il punto di partenza è sempre lo stesso: questo posto vuoto, immenso e senza odori.
metto a fuoco un puntino, sono io.
atterro, mi rialzo, mi rassetto. accendo il radar. scandaglio.
giro un po', trovo posti, leggo gente, faccio qualche prova, qualche commento.
passo da un posto all'altro, leggo, leggo, leggo, qualcosa alla fine comprendo.
pian piano il quadrante del mio radar si popola di puntini.
bianchi, quelli interessanti,
verdi, quelli divertenti,
poi ci sono quelli rossi.
e per me il rosso è emozione.
scopro il rosso leggendo, scavando, a volte è una sola frase nascosta in un post vecchio di mesi o anni, a volte è una chiamata alle armi per i sensi accesi in quel momento, a volte è un sovrapporsi armonico di note. altre ancora un pugno secco sotto la cintura.
e quando scopri il rosso non puoi farne a meno. devi toccarlo, allungare il pensiero, devi intingere il pennello e provare a scrivere qualcosa.. e scopri che il rosso è contagioso in modo diffusivo, scrivi una cosa e mentre la scrivi ogni colore comincia a virare, in una propagazione che contamina le parole come le intenzioni.
e quando hai scritto e rileggi ti accorgi che da qualche parte, in qualche modo, il contagio è entrato.
si crea un legame tra te e le tue parole e tra le tue parole e il posto che te le ha strappate dal fondo e fatte affiorare. e, se come spesso è, quel posto è la stanza calma di una persona, si crea un legame con essa.
inevitabilmente.
le parole che si bagnano.
senza necessità di interloquire.
senza parlarsi.
il resto è una scelta.
ma questo non è intimità: non c'è contatto, non c'è promessa, non c'è futuro, non c'è vita da mettere sul piatto, non qui, non per me.
e non è virtuale, visto che non ho posti diversi dal cuore, io. io no. quello che accade accade lì.
la domanda me l'ha posta ella, ma la giro a tutti e azzardo la mia risposta:
la domanda è semplice: che senso ha tutto questo?
tutto questo giro di emozioni, tutto questo cercare parole bagnate, tutto questo scandagliarti dentro, che senso ha se non porterà a nulla? se non è un amore nuovo, se non è un'altra vita, se non è neppure una scopata quella che cerchi qui?
Ero su di un divano all'aria aperta a parlare di regole e di giudici e l'ho vista così:
ho parole nuove tatuate sotto le palpebre. punto la luce. chiudo gli occhi. leggo.
e a volte trascrivo.
ieri ho letto un post. ho chiuso gli occhi, ho visto una cosa, e l'ho scritta per come l'ho vista.
c'era del rosso, in quella polaroid. l'ho lasciato lì, su di una panchina in un parco. e aveva un senso.
prossimità.
il senso che tutto questo ha per me.
impiastricciarmi con le emozioni che l'altrove del mondo disperde in questi posti.
le deiezioni dell'anima, sostanza rossa.
(e voi che siete bravi, fateci letteratura.)