#060 ultimavera.


non è tanto la pioggia,
sono partito che era neve, era neve che si ferma sulla strada, poi è divenuta pioggia.
e non è tanto la musica che sto ascoltando, sono partito con un cd diverso, poi la sequenza ha portato questa musica.
così come non è tanto la giornata, sono partito lasciandomi alle spalle la stessa medesima giornata che si ripete identica ogni settimana da anni, ormai.

è tutto l'insieme

che chiama l'inverno, è il giorno che si volta indietro e lo guarda negli occhi, l'inverno.
ma non l'inverno ventitredici, no, parlo di un altro inverno, un inverno che all'inizio della storia del cuore ha fissato certe cose, certe sensazioni che ancora oggi sono lì. e risuonano.
e la voglia di primavera si discioglie nella nube di frammenti che mi investe e mi avvolge.
tanti piccoli pezzetti di ricordo che mi vengono incontro, la rifrazione delle gocce sul parabrezza, il ritmo avulso dei tergi.
vai Djivas.

#59 possessione armonica.




dietro ad ogni gesto ci possono essere mille cose.
quello che sei.
quello che vuoi.
quello che hai.
quello che quel gesto ti darà.
quello che quel gesto ti eviterà.
quello che puoi dare facendolo.
quello che il mondo si attenderà da te dopo che lo hai fatto.
quello che  penserà di te la persona per la quale fai quel gesto, sempre che tale persona non sia tu stesso.
quello che penseranno tutti gli altri.
orgoglio.
livello di autostima.
istinto.
necessità inconsce.
consapevolezza di non aver scelta.
l'illusione di non aver scelta.
incoscienza.
tattica.
strategia.
soldi.
ormoni.
vendetta.
rancore.
paura, se non terrore.

dietro all'atto di postare qua dentro ci sono alcune delle cose che ho elencato.
ma altre davvero non ci sono.

anzi, a dirla tutta..
postare qui dentro non pare avere a tavolino alcun motivo tra quelli elencati.
la domanda più corretta non è "perché scrivo.."
la domanda più corretta è..
"perché queste parole hanno scelto di atterrare qui, in questi posti?"
è una possessione armonica.
risonanza tra quello che sono e quello che scrivo.

e i motivi per cui tutto questo accade non mi appartengono del tutto.
come non mi appartengono quelli per cui tutto questo può finire.

combatto.

ci sono persone, qui, che valgono ogni minuto speso. vite raccontate, ombre, ricordi, rilanci del pensiero, corrispondenze, scontri dialettici. 
gente che vale ogni riga letta. 
gente che chiama ogni riga scritta.
è questo che mi tiene qui.
sei tu.
e tu.
e tu.





#058 Layers

tutto dall'alto.
la guardi. è la città che ti scorre sotto la pancia.
da questo posto in cima a tutto vedi le luci, quelle ferme, quelle lampeggianti, quelle svoltanti, quelle tenui, quelle bianche di bianchi lampioni.
dietro di te si muovono tacchi, vestitini fascianti, spacchi arditi, incursioni dentro mondi lontanissimi, reflex ad alzo zero. mirate alle gambe.
dentro di te sempre le stesse tre, quattro cinque note da pentatonica consumata.
e la tua ombra diventa il portale tra un mondo e l'altro. 
e il senso te lo regala lei.
quando le cose cominciano a scorrerti addosso abbastanza velocemente da strapparti i vestiti di scena, 
quando un bicchiere uno è già troppo per sentirti saldamente aggrappato ad una qualunque delle ringhiere della notte [semicit].
allora te ne vai. 
via.
"57. è un cappotto nero, grazie. buonasera."