#057 altra marea.

lo sai, sì.
che dietro ad una parola scritta c'è il percorso di un pensiero.
che sgorga dal profondo e si infila nelle strutture della sintassi e della grammatica e prende forma.
i percorsi interstiziali che quel che senti segue per diventare una cosa detta, una cosa scritta.

e poi.
è lì. lo guardi, rileggi. a volte è lui che si volta a guardare te.
come un gatto fermo che aspetta qualcosa che non sai.
silenzioso, il tuo pensiero scritto non muove l'aria, no, lui passa sotto.
entra dagli occhi e dalla bocca, lo leggi inspirando e finisce nella pancia, in qualche caso più sopra, in altri più sotto.

e non è mai come ti aspetteresti, non è mai come lo avresti voluto,
perché un pensiero scritto è come un amore nuovo: ti sorprende oppure ti spaventa, oppure ti delude.
e tu pensi che se non fosse in grado di avere un effetto qualunque tra questi mai sarebbe riuscito ad arrivare al foglio.

prima, e sotto, la battaglia tra milioni di incipit, di spunti, di cerchi di vista.
e qualcosa che vince, il più forte di tutti che riesce a trovare la strada.
un vero e proprio concepimento, con tanto di tonnara di spermatozoi.
e mille colori che strepitano e uno che passa e tutti che restano. tutti tranne quello.

succede ogni tanto, anche senza movente, anche senza perché.
i perché arrivano sempre dopo. succede come la marea.
un' altra marea.



#056 baobab


qualche volta capita.
che non si debba tornare a casa prima di una cert'ora. 
che casa sia impegnata per una cena tra colleghe in cui ti sentiresti francamente di troppo.
e allora cerchi compagnia, un'amica per un aperitivo, un amico con cui cenare.
ma nessuno può. poco preavviso e sfortuna che si organizzano ai tuoi danni.

alla fine è stato semplice, è bastato fare tutto un po' più lentamente, un po' meglio,
fermare un respiro su cinque, un battito su cinque.
sospendere un pensiero ogni cinque. 
e così una giornata normalmente intensa diventa una giornata lentamente intensa: s l o w l i f e .
dev'essere così che vivono i baobab, mi chiedo se attraversandone i rami anche la luce del sole rallenta, proiettando ombre indolenti, capaci di farsi sorprendere dal tramonto.

le cose hanno un tempo dentro.
un tempo che non si misura con le clessidre degli uomini, né con gli orologi atomici.
i baobab hanno dentro un tempo sospeso che ci pare infinito.
e il per sempre di un uomo non è che un istante per l'albero.
dove scorre la tua serata? quali cieli intravedi oltre i rami del tuo baobab? nuvole che scorrono?
oppure sei tu
che inclinando la testa giochi con le prospettive e le vedi passare.

#055 costellazioni.


google. ricerca. "quante sono le stelle."mi sento fortunato.

300.000.000.000.000.000.000.000. 
trecento.mila.mila.mila.mila.mila.mila.mila.
trecento.mila.milioni.di.milioni.di.milioni.
trecento.mila.miliardi.di.milardi. 
trecento sestilioni.
tre e poi ventitre zeri.

cerco nuovi modi per dirlo, ma nessuno pare addomesticare il numero.
così tante e lontane che nessuno mai.
un numero così grande che anche dividendolo per il numero di persone vissute e viventi si avrebbero centinaia di miliardi di stelle a testa.

se guardi in alto non le vedi tutte. vedi una parte piccola. e molte che sono pulviscolo, e il pulviscolo che vedi è solo quello della nostra via, la via lattea, una via nemmeno grande tra le tante di questa periferia di universo.
roba da mandarti nel panico.
però.
immagina di spegnerle tutte.
ma non proprio tutte tutte: immagina di spegnere le altre e di lasciare accese solo le tue
perché chi lo può negare? che ci sia un nome inciso nel cuore delle stelle, chi può?
che ci sia il tuo nome, inciso nel cuore di alcune, chi può?
e allora immagina di spegnerle, le altre. e allora ecco, cosa vedi? 
(io non lo so, non lo so perché io vedo solo le mie, quindi chiedo),
ma tu puoi vedere, adesso, adesso puoi. 
e puoi cercare con calma le tue costellazioni: 

la carriola, 
il pangolino, 
la sfera del drago, 
la radice di sette, 
l'orsa uguale.

e cercarti un segno che sia il tuo: il mio è l'aquilone, ascendente discendente, per esempio.

#054 The baron in the trees

toc

toc

toc
toc
...si?
ehi.
chi sei.
sono la tua vita.
ah.  che vuoi.
torni?
dove? sono sempre stato qui.
a terra, dico.
ancora un po'. mi serve.
servi di qua. ti vogliono
lo so bene,  ancora un poco, dai.
non esiste il poco. torna subito.
sto trovando cose, se vengo via ora sarà stato inutile.
sei qui  da troppo tempo
qualche mese. ti pare troppo?
non hai paura che questa cosa ti cambi?
no. non mi sta cambiando, anzi mi sta raccontando molte cose
che  mi potranno aiutare e restare me stesso.
si, va bene, ma non puoi restare per sempre.
ma infatti,  finirà, o cambierà,
tornerai a terra?
pensavo piuttosto ad una mongolfiera.