che dietro ad una parola scritta c'è il percorso di un pensiero.
che sgorga dal profondo e si infila nelle strutture della sintassi e della grammatica e prende forma.
i percorsi interstiziali che quel che senti segue per diventare una cosa detta, una cosa scritta.
e poi.
è lì. lo guardi, rileggi. a volte è lui che si volta a guardare te.
come un gatto fermo che aspetta qualcosa che non sai.
silenzioso, il tuo pensiero scritto non muove l'aria, no, lui passa sotto.
entra dagli occhi e dalla bocca, lo leggi inspirando e finisce nella pancia, in qualche caso più sopra, in altri più sotto.
e non è mai come ti aspetteresti, non è mai come lo avresti voluto,
perché un pensiero scritto è come un amore nuovo: ti sorprende oppure ti spaventa, oppure ti delude.
e tu pensi che se non fosse in grado di avere un effetto qualunque tra questi mai sarebbe riuscito ad arrivare al foglio.
prima, e sotto, la battaglia tra milioni di incipit, di spunti, di cerchi di vista.
e qualcosa che vince, il più forte di tutti che riesce a trovare la strada.
un vero e proprio concepimento, con tanto di tonnara di spermatozoi.
e mille colori che strepitano e uno che passa e tutti che restano. tutti tranne quello.
succede ogni tanto, anche senza movente, anche senza perché.
i perché arrivano sempre dopo. succede come la marea.
un' altra marea.