#107 nodi.

quando metti tutta questa distanza tra te e la tua vita capita che si allentano i nodi di tutto il sartiame della tua nave.
la conseguenza sta nel fatto che le tre/quattro cose che ritenevi immutabili vengono a cercarti e ti comunicano che durante la tua assenza sono cambiate, nonostante tutto e nonostante te.
sto parlando di posti, di persone, ma anche di equilibri con il mondo.
resta solo quello che sei, nient'altro. 
e un po' ti dispiace perché da qualche parte qualcuno ti aveva raccontato che ad un certo punto ti fermi, trovi un posto in cui stare e ci stai per tutto quel po' di "sempre" che ti rimane. 
e invece invece.. 
c'è una grande truffa tra le leggi degli uomini, e non c'è davvero legge per i cuori. 
gli amici sono lontani, e gli unici che a volte fanno capolino nei sogni son quelli così lontani nel tempo e nei chilometri che affondano la loro esistenza nei ricordi inquieti di quando inquieti lo si era tutti insieme e quasi mai per ragioni valide.
poi mentre scrivi ti guardi attorno e ti chiedi se ti mancherà quello che hai attorno, cose che hai immaginato dovessero restare per sempre accanto a gran parte dei tuoi risvegli sono ritornate ad essere cose da salutare. 
e come sempre in questi casi tagli i ponti, metti distanze, ritiri a bordo le scalette di corda.
poi passi le notti a sistemare le grandi vele bianche, perché sai che ne avrai bisogno, e a fare provviste di piccole certezze.
e anche se non parti da solo sai che sei solo da un pezzo, che chi hai al tuo fianco è due metri avanti a te e la tua scelta è quella di seguire a distanza, perché più da vicino non si può, perché più da vicino sarebbe difficile, sarebbe doversi dire cose che hai scelto di non dire. 
non ora.
non ancora.

e intanto ti guardi attorno e scopri cose che non avevi visto e ti chiedi perché, o forse il perché sta solo nel buonsenso di conservazione, che a chiamarlo istinto sembra quasi che tu non debba faticare e lasciar fare a lui.. nah.
le false distanze sono quelle peggiori per il cuore, sono quelle che ti impediscono di sapere dove sei, sono quelle che ti apparecchiano spiegazioni forzate ma plausibili per tutto, quelle che ti costringono ad aggiustare il parallasse ad ogni tramonto e ad ogni notte che trascorri da solo. 

vorrei solo non esserci arrivato così stanco, a questo passaggio, perché in fondo sono pronto, sono umano e in quanto tale so che saprò adattare il mio sentire a quello che verrà, e lascerò fare ai meccanismi di autoprotezione/autoassolvimento/autocastrazione secondo necessità, esattamente come descritto dai manuali.
però c'è un però che sa di salvezza.
in mezzo a questo marasma ringrazio di avere un piccolo talento, ovvero quello di espormi davvero soltanto con persone che hanno a cuore il mio star bene.

se il cammino si fa tortuoso sarebbe saggio rallentare.
e invece no, isso vele grandi grandi e prego che i nodi reggano. 

mi scuso molto, mai che uno scriva quando è leggero, ma faccio notare che ultimamente scrivo pochissimo.. ci sono almeno sette ragioni che mi tengono fuori da qui.
anzi, sette ragioni più cinque alterazioni.. e fanno dodici.