#120. tetris.


Una settimana di sole e di vento e di mare.
Ho ripreso a leggere, ed è stato come riaprire un rubinetto incrostato da anni.
con l'acqua che prima è rossa come la ruggine, poi pian piano mentre scorre si schiarisce e torna limpida.
quando ritorni dopo un po' in un luogo questo ti appare sempre diverso da come lo avevi lasciato: in parte è così, in parte invece è perché sei cambiato tu.
quando ritorni in un posto da cui mancavi da mesi ti poni due domande:
la prima, perché me ne ero andato ?
la seconda, perché sono tornato?
perché avevo altro da fare.
perché ho finito di fare dell'altro.
questo posto è il cerchio, e ho badato per un po' alla botte, oppure ad altri cerchi.

ed eccomi qui in mezzo a questa steppa piena di parole volanti, a pestare col piede per terra, ad alzare parole come polvere, e a respirare la polvere di chi mi passa accanto.
afferrare parole a cazzo e vedere se ci stanno giuste nelle caselle del mio cruciverba, spostare il peso da un piede all'altro, torcere il busto e mettermi di sbieco, e vedere se così i pensieri che il vento mi butta addosso si incastrano tra le file del mio tetris.
perché non ho più molta voglia di scavare, per trovare l'oro.
perché quando scavi puoi trovare oro oppure puoi trovare sterco.
e invece lascio fare, lascio fare al vento.