#101 l'amore in rete.

la prima volta che pensò di vederla fu perché voleva conoscere il suo sorriso.
la seconda volta che pensò di vederla fu perché voleva conoscere le sue mani.
la terza volta che le chiese un incontro fu perché voleva conoscere i suoi baci.
la quarta volta che le propose di vedersi fu perché voleva sbatterla sul letto.
la quinta volta fu perché voleva spiegarle.
l'ultima volta che le propose di vederlo fu per poterle dire addio di persona.

quello che lei pensò alla fine:
boh.

quello che lui pensò alla fine: 

almeno mandami una foto nuda, cazzo. 

61 commenti:

  1. :-) Mi hai fatto ridere. Ed è quello che mi ci voleva stamani.
    Grazie!

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    1. ma no dai.
      ci sono anche grandissime amicizie nate in rete, non solo storie d'amore.
      ;)

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    2. quella non è una storia d'amore e comunque è vero ho degli amici straordinari in rete e la maggior parte sono già diventati reali ed abbracciabili :)

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    3. ah ah, dici? eppure era partita così bene!

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    1. pensavo più in basso, tra la polvere di john fante, tipo.

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  4. ...a leggere perversamente potrebbe fare bene il paio col post precedente.. eheh..

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    1. potrebbe, sì, ma non è.
      ma se mettendo insieme le due cose ne esce qualcosa di meglio sei liberissimo di farlo.
      La realtà è che si recupera subito in leggerezza quando non si parla di sé.
      sono tutte e sole ombre proiettate su un treno che passa veloce.

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    2. Un dritto e rovescio di moneta che rotea sul tavolo...

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  5. ahahahah...non so perchè ma mi è venuto in mente questo "un tipo che se le suona e canta da solo".

    che poi....ecco, pure io avrei detto boh! ;P

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  6. Ma mica solo in rete.
    Pure fuori certe volte funziona cosí.

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  7. Non esistono foto in cui sono nuda. Non ne vedo il motivo, di farmi fotografie da nuda. E immagino che non ne abbia manco lei. Quindi non posso fare a meno di chiedermi perché un pisellodotato si aspetti che una vulvamunita sia solita distribuire, e soprattutto avere, foto senza vestiti. E che le mandi al pirla di turno sconosciuto su Internet. Magari farsi venire il dubbio che quelle ricevute in precedenza non siano di chi le invia non guasterebbe. Del resto, in giro, non circola tutta 'sta gnocca. Quindi non si capisce perché dovrebbe circolare in rete. Idem dicasi per le anonime facce maschili che ti rimanda la realtà quotidiana. Figuriamoci cosa offre il convento virtuale. Emeriti cessi, temo. Motivo per cui non mi sognerei mai di chiedere foto di nudo a qualcuno. Però a lei viene in mente e come. CVD. D'ora in poi mi divertirò ad attribuirle una brutta faccia da bavoso che guata foto bellissime inviate da donne sfatte con la pancia molle, l'alito cattivo, i capelli zozzi, le tette cadenti e il culo che striscia per terra. È il minimo che si merita il suo QI.

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  8. "Inviare.. ricevere.." roba da gente con l'indirizzo.. non per te... che di nudo non c'hai manco l'identità... ;)

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    1. Franca Bottiglia, bevi di meno. Sei anacronistico, tornano le chat anonime. Probabilmente perché non se ne può più dei palloni gonfiati coi nomi finti che danno lezioncine agli altri sull'identità di cui non sanno un tubo. Come te.

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    2. ... ma perchè, silver silvan è un nome vero?
      Se così fosse, i tuoi genitori ti avrebbero condannato ad un'infanzia davvero infelice.
      Del che ne riporti ancora le conseguenze...

      Mi permetto questo commento alla luce dell'accanimento con il quale scrivi un po' dappertutto.
      Sono solo un anonimo commentatore di passaggio che legge ormai da tempo le tue scempiaggini occasionali sui blog della gente.

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    3. Ah, e quindi si sente autorizzato ad imitarmi. Bravo! Il contrario, del resto, sarebbe impossibile. Quanto al nome e cognome finti hanno lo stesso valore di un nickname vero. Anzi, per quanto mi riguarda, il secondo vale di più.

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    4. Ci vuole un ego davvero spropositato per leggere, nell'utilizzo della modalità di commento anonima una sorta di volontà di imitazione.
      Personalmente preferisco l'originalità, e fonti di ispirazione, piuttosto che di imitazione.

      E' un problema insuperabile, poi, comunicare ad armi pari?

      Forse che vincere facile, anonimo tra persone che pur nell'anonimato si qualificano e si espongono, è l'unico gioco al quale puoi ambire giocare?


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    5. Mi riferivo al commentare qua e là, veramente. L'ego giganteggia, lo ammetto. Ma è motivatissima la cosa.

      P.S. Di quello che fanno gli altri, proprio ... Se me ne fregasse qualcosa, avrei un blog e sarei su Facebook.

      P.P.S. Il gioco, per me, ha a che fare col divertimento, non con la competizione. Crede che mi diverta, risponderle? Glielo dico io. No.

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    6. "Commentare qua e là" è caratteristica di chiunque navighi in internet e bazzichi sui blog.
      Anche sotto tale punto di vista non rintraccio forme di imitazione nè attività originali a te ascrivibili.

      L'ego gigantesco può avere certamente dei motivi che lo sorreggono, ma potrebbero non essere ragionevoli.

      Il buon senso dovrebbe indurre a certe considerazioni su se stessi.

      Se non ti interessa quello che si fa sui blog, perchè sei qui?
      Se lo fai per mero divertimento (e che sia divertente mi pare discutibile, considerato il tenore dei monologhi che intraprendi, ma de gustibus...), e non ti diverte rispondermi, perchè continui a farlo?

      Alla luce di tutto quanto dici, appare quanto meno affetto da notevoli
      contraddizioni, quel che scrivi.
      Mi domando come possa "giganteggiare" un ego dinanzi a simili limiti.

      Limiti evidenti per chi legge certi commenti inutilmente ostili, pur non volendo, consentendoti di acquisire un'importanza che diversamente non riusciresti a guadagnare, ma presumibilmente sconosciuti alla tua stretta percezione.

      Scusami Red, per avere abusivamente occupato questo spazio sul suo blog senza consenso.
      Mi sembrava doveroso intervenire sulla faccenda, che disturba me come altri, che passiamo di qui per il piacere di leggerti e godere di un confronto civile.

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    7. Quanta inutile prosopopea. Sto su Internet perché sono curiosa. Rispondo quando ne ho voglia. C'è altro? No. Come dire in due righe quello che 'sto qua avrebbe detto in cinquanta. Quella limitata, infatti, sono io. Pure nel numero di parole che servono ad esprimersi. La chiamano sintesi.

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    8. Parlare di prosopopea a fronte di un paio di messaggi mi sembra eccessivo, soprattutto per quanti e quali ne hai scritti tu.

      Non credo che tra le regole non scritte dei blog ci sia l'essere sintetici, poi.
      Sono scelte stilistiche personali.
      Non c'è fine, qui, se non quello di esprimersi.
      L'importante, credo (ma è solo un'opinione personale), è che quel che si scrive, in un modo o nell'altro, sia retto da contenuti.

      C'è chi si impegna tanto a parlare di aria fritta perchè presumibilmente non riesce a trattare d'altro.
      L'essere sintetici, in questo caso, non costituisce dono nè consente di aspirare a premi.
      Salvo quelli che un certo tipo di ego concede, accondiscendente come nessuno, a se stessi.

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    9. Ha perfettamente ragione. I miei post sono spesso privi di contenuti, in effetti. Del resto, se tirassi fuori i miei contenuti, farei una strage e sotterrerei un sacco di gente. Incluso lei. Ci tengo, all'incolumità dei fragili esserini virtuali.

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    10. Sarebbe sicuramente più proficuo per te e per gli altri che ti dedicassi allora in spazi "tuoi" a scrivere di quello che ti preme.
      Non è necessario coinvolgere gli altri per forza nelle proprie cose, se non hanno interesse.

      L'anonimato, poi, riserva sempre sorprese.
      Non si sa mai con chi si ha a che fare, oltre il gelido schermo che ci separa.
      A meno di non riuscire a soffermarsi solo sul ticchettio solitario della propria tastiera, ipotizzando la validità della sola propria esistenza.

      Del resto, se tirassi fuori anche io i miei argomenti, potrei fare un'eguale strage e del pari difendermi e scagionarmi.
      Per quale ragione dovrei farlo?
      Cosa dovrei dimostrare?
      E a chi?

      Quanto al resto, siamo tutti esperti e competenti in qualcosa, sarebbe sciocco credere il contrario, o pensare addirittura di essere gli unici!

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    11. Bravo. Allora eviti di ritenere gli altri privi di contenuti al solo scopo di pensare di averne solo lei. Non la farei tanto lunga. Avere uno stupido blog non significa aver vinto il Pulitzer, lo sapeva? Ecco, a me non me ne frega di vincere il Pulitzer, figuriamoci di avere un blog. Per cosa, poi? Metterci considerazioni che posso mettere pure qui. Bah. Il peggio che possa succedere? Che non compaiano. E sai che problema!

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    12. Caspita, non lo sapevo...
      Allora se non vinco il Pulitzer che sto scrivendo a fare?

      Il "contenuto" cui mi riferisco è quello di livello.
      Un livello che non ha nulla a che vedere con uno sterile sfoggio di erudizione, men che meno con le offese gratuite.
      Mi riferisco a qualcosa che stimoli la riflessione ed il dialogo, non frasi a casaccio che sanno destare solo sdegno e disinteresse in chi legge.

      Contenuti è ovvio che possono averne un po' tutti.
      Anche le teste vuote sono piene di qualcosa.
      Del vuoto, appunto.

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    13. Ahahah, ma che dice?! Le teste vuote sono piene di spazio! Nella sua ce ne deve essere pochissimo. Si vede! Dai pensieri asfittici e boccheggianti.

      P.S. Dialogando è opportuno respirare. Lo sapeva? Veda di non morire soffocato, mentre parla solo lei.

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    14. P.P.S. Mi saluti i suoi contenuti di passaggio. A livello.

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    15. Sicuramente c'è poco spazio, nella mia testa.
      Mi piacerebbe averne tanto di più.

      Attenzione ai passaggi a livello, portano treni.
      E non sempre treni che si perdono.
      Talvolta i treni investono in pieno, senza nemmeno essere tempestivamente segnalati.

      Se ci tieni ai saluti, poi, comincia a sventolare un fazzoletto, magari se sei fortunata un treno passa.

      Vorrei aggiungere un post scriptum, giusto per equilibrare la conversazione, ma quei pochi pensieri asfittici che affliggono la mia mente mi inducono a desistere.
      Soprattutto perchè, utilizzato in tal modo, mi ricorda molto i diari di scuola, roba da un bel po' superata...

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    16. Bene, lieta di averla riportata a qualche anno fa. Io i diari, roba da mammolette, non li avevo manco a scuola. Usavo le agende. Decenni fa.

      Saluti, pivello.

      P.S. Attento a non riempire troppo la zucca. Potrebbe esplodere.

      P.P.S. Spiacente, non sventolo fazzoletti di carta. Ho bisogno di sventolare robe rigide. Sa, le caldane.

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    17. Mi spiace per la menopausa, che spiega alcune cose, ma non altre.

      Mi spiace anche per le agende a scuola.

      Ogni cosa andrebbe fatta a tempo debito.

      I post scripta che avresti potuto sbizzarrirti ad usare lì, ti ritrovi oggi a utilizzarli - quale forma di compensazione, forse - sui "diari virtuali" che sono i blog...

      Più scrivi, più il ritratto che dipingi di te stessa si delinea.
      E non è esattamente un bel vedere.

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    18. Se ha problemi di vista, si metta gli occhiali.

      Mi sfugge cosa la induca a pensare che il post scriptum sia roba da diari, ma siccome mi sfugge credo di non aver voglia di rincorrere il concetto, che non è manco mio. Sarebbe fatica sprecata, insomma.

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    19. I blog, diari virtuali, tsk. Delle vite inventate di sana pianta. Il 95% di quello che c'è scritto ha a che fare con quello che uno vorrebbe essere senza riuscirci. Ecco perché non mi serve, un blog.

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    20. Descrizione di "caldana". Improvvisamente ci si sente come se si avesse la febbre alta e siccome il cervello è scemo e ci mette un po' ad abituarsi all'idea, si pensa in automatico Ma che caldo! Come mai? Il tempo di fare mente locale e ci si sente una spada di ghiaccio al posto nella colonna vertebrale. Qualche minuto e di sente freddo. Una vera tortura.

      P.S. Questa descrizione non la troverà in un blog. Per lo stesso motivo per il quale nelle fiction i protagonisti non stanno mai sul cesso srotolando carta igienica. Però ci troverà sapienti disquisizioni sull'amore inesistente di qualcuno.

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    21. Un po' di invenzione, dove ce n'è, o un po' di poesia non hanno mai ammazzato nessuno.

      Se però hai questa strana passione voyeuristica, di voler leggere o osservare le persone nei momenti più intimi con se stessi, magari anche mentre sono al bagno, torniamo sempre allo stesso punto.

      Che ci fai ancora qui?

      Sarò miope, ma non cieco.

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    22. Santi numi. Da cosa si evince la mia propensione al voyeurismo?! Ho detto che nelle patinate scene delle fiction non vedrà mai scene realistiche. Per la stessa ragione in base alla quale troverà patinati sdilinquimenti amorosi poco realistici nei blog. La mia curiosità è ben altra. E ben alta.

      P.S. Per la cronaca, se in bagno ci sto io non ci sta nessun altro. È una certezza matematica. La considero un lusso da godersi il più possibile. Ci sono situazioni in cui la promiscuità è disgustosa. La associo alla non-autosufficienza. O forse dipende dal fatto di non aver partorito. Non a caso considero un lusso anche quello.

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    23. Non lo so.
      Io le fiction non le guardo.

      L'alta curiosità che dici, però, continua ad essere soddisfatta qui, considerato che continui ad intrattenerti amabilmente.

      Non ho figli, non so se sia o meno un lusso partorire o il contrario.
      Si tratta di scelte, oltre che di una predisposizione biologica delle donne.

      Certe associazioni, ad ogni modo, le trovo davvero fuori luogo.



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    24. Problema suo. Nel mio, di luogo, ci stanno benissimo quelle associazioni lì.

      P.S. Mi intrattengo ovunque, a dire il vero. Non solo qui. Non sempre amabilmente.

      P.P.S. Caro mio, sottrarsi ad un destino certo di fattrice sforna-marmocchi è un grandissimo lusso, credimi. Di sicuro, lo è stato per me che ho potuto scegliere di non dover simulare un inesistente istinto materno a beneficio di qualche maschio pirla per rassicurarlo.

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    25. Si, immagino di questi tempi sia un problema non seguire fiction televisive, per i più.
      Sono una brutta eccezione.
      Sono quelle cose che ti fanno dire "toh, non ho argomenti spendibili nelle conversazioni con la gente".

      Intrattenersi presuppone un interesse.
      A meno che non ti paghino per fare questo.
      Se è così, devono pagarti bene.

      Siamo stati tutti marmocchi, qualcuno lo rimane a vita.

      In ogni caso, se hai risparmiato a delle creature innocanti di avere a che fare con il tuo inesistente istinto materno, direi che la scelta è stata assennata.


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    26. Ma è scemo o ci fa?

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    27. Se lo fossi, non sarebbe intelligente continuare ad intrattenere questa conversazione virtuale, che è durata sinora.

      Chi sarebbe, dunque, davvero senza sale, tra i due?

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    28. Ma chi se ne frega del sale. Si preoccupi del fatto che attribuisce caratteristiche del tutto campate in aria senza conoscere le persone in questione e senza sapere nulla di loro, piuttosto.

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    29. ... curiosa, ma rappresentativa descrizione di te stessa, questa.

      Il sale è importante.
      Non averne è un gran problema, ma probabilmente solo per chi ne nota l'assenza negli altri.


      Quanto oltre vuoi andare nel farti rispondere?
      Non c'è davvero nessuno che dedichi il suo tempo, nella vita reale, a consentirti di instaurare una conversazione di qualche genere?

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    30. Da cosa lo deduce, psicologo pirla?

      P.S. Per la cronaca, provo un risaputo disprezzo per chiunque sia psicoqualcosa. Eccezion fatta per lo psichiatra che almeno è un medico.

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    31. E se la finisca di rispondermi con enunciati di carattere generale applicati forzatamente alla sottoscritta. Non vedo perché dovrei rispettare i parametri discutibili che ha in testa. Non sono i miei.

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    32. Il ricorso all'uso di certe parole - sempre le stesse, e sempre con lo stesso tono, che noia mortale! - dovrebbe darti un significativo riscontro in merito a quanto ho scritto.

      Se fossi psicologo, a questo punto dovrei presentarti una parcella abbastanza dignitosa per il lavoro svolto.
      E non sono psichiatra, altrimenti ti avrei già prescritto dei farmaci.
      Se ti senti psicanalizzata, potrebbe trattarsi della tua coda di paglia.
      E probabilmente ha origine nel dubbio, semmai le tue certezze granitiche te lo consentissero, di dovere effettivamente discutere con uno specialista del settore.

      Per la cronaca, a chi dovrebbe importare di quel che disprezzi tu?
      Si tratta di un insieme di cose non meglio definito nel quale ricomprendi ogni essere animato ed ogni oggetto inanimato, quindi ogni distinzione che fai si rivela superflua.

      Per quale ragione dovrei finirla, poi?
      Io scrivo quanto e come mi pare.
      E' un fatto che non puoi impedire.
      Puoi certamente evitare, però, di leggere.


      Sei ancora qui, però...



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    33. Certo, certo, giri la frittata a suo piacimento. Mi attribuisce inesistenti solitudini che mi spingono a star qui a conversare (conversare?) con lei. A questo punto cosa dovrei fare? Smentirla, raccontarle i fatti miei, portarle dimostrazioni di qualche genere? Se lo scordi. Starò qui a risponderle quello che mi va, ogni volta che me ne andrà. Se le crea problemi è affar suo. Non mi deve niente. Non le devo niente. E pari siamo. Le piaccia o no.

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    34. In verità, mi hai annoiato abbastanza ed è il caso di chiuderla qui.

      Puoi continuare a parlare da sola.

      Come, del resto, hai fatto finora...

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    35. Sì, certo, la solita pippa. Lieta di sapere che si considera una nullità. Mi spiace per lei.

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    36. Una nullità cui stai dando importanza continuando a scriverle.

      Ancora qui?

      Io me ne sono andato da un pezzo.

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    37. Ma dove vive?! Sa con quante nullità parla ogni giorno? Quante se ne ricorda a fine giornata, delle persone che ha incrociato o con le quali ha persino parlato? Non si dia troppa importanza. La tengo in considerazione ora che scrivo e quando mi ricordo di passare di qua. Una manciata di secondi in tutto. Non rinuncerei a molto, non rispondendole. Dedico più tempo ai volatili selvatici a cui riempio la mangiatoia ogni giorno. E quelli manco parlano o scrivono, pensi un po'.

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    38. E che due coglioni, con questa storia del'andarsene, addii, parlare da soli, chennoia! Uscire dagli schemi, ogni tanto?

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  9. Risposte
    1. sono vivo.
      sono sospeso.
      come in un ralenty subacqueo.
      ho scoperto che forse il megalodonte non è estinto, non ci dormo.

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