#116 il senso.

lo sai chi sono? 
certo, lo so.
non sono qui per te, non sono qui per nessuno che conosci. 
beh hai già dato di recente, da queste parti.
faccio quello che faccio, lo faccio quando va fatto. 
ho smesso di cercare un senso in quello che fai, semmai cerco un senso in quello che non fai.
il senso è solo e soltanto biologia. 
ok, ma è più pragmatico pensare a chi resta piuttosto che pensare a chi va: qual'è il senso nel restare?
sai quel fatto della storia del mondo, che se fosse concentrata in un anno l'umanità sarebbe qui solo da pochi minuti? 
l'ho sentita, sì, cosa centra.
anche chi resta resta per pochi secondi in più, giusto il tempo di spegnere la luce e tirarsi dietro la porta, ti serve un senso per tirarti dietro la porta? 
lascia stare, non mi ci metto a ragionare con te.
forse potresti, ma non ti farebbe altro che male.
ho parlato con la moglie, mi ha detto che in quest'ultimo anno di voragine avrebbe voluto mettersi al suo posto, che avrebbe voluto essere lei ad venir via con te, e invece.
te lo ha detto lei?
sì.
ti ha detto che se mi avesse vista mentre entravo in casa si sarebbe messa al suo posto?
parole diverse, ma sì.
beh quella sera, quando sono entrata, beh ho incontrato prima lui.
hai dovuto scegliere?
lo ha fatto lui per me, ha capito subito chi fossi.
posso dirlo? a lei posso dirlo? a sua moglie, dico.
meglio di no.. ah, la porta, dopo, se puoi, non sbatterla. 

#115 Alone.

quando una persona se ne va le parole se ne vanno con lei.

quello che ti resta dentro non lo sai scrivere, ma puoi provare a dirlo in un modo diverso, per esempio così. a volte fai musica per gli altri. a volte lo fai per te stesso.

a volte t'illudi di farlo per qualcuno che non puoi raggiungere direttamente, perché pensi che un po' di lui sia caricato nel sangue di chi rimane.

e allora la scrivi, quella musica, e poi la condividi.

e diventa la sua.