#80 spider web


distanze condensate. nient'altro.
capaci di trattenere la rugiada della notte.
quel che più mi stupisce, ogni volta, è come ogni filo sia collegato a tutti gli altri.
toccane uno e danzano tutti.

e così è per le distanze umane,
un filo di seta retto dai due capi da mani diverse:
tiralo troppo e si spezzerà,
lascialo lasco e perderai il tuo riferimento, la tensione.

esiste una distanza giusta per ogni cosa.
la distanza del Lei.
la distanza del silenzio.
la distanza del rancore.
la distanza del dolore.
la distanza dei nomi e la  distanza dei cuori.

sarebbe più semplice, tuttavia,
se soltanto fossimo capaci di stare fermi.
ma fermi non si sta,
ma fermi non si sta.
il che non può significare che collidere o perdersi,
alla lunga.

non esistono prossimità che durano per sempre.
esistono prossimità che durano più a lungo di noi.
e quello che si può davvero fare è molto poco.
come breve è in genere il tratto di strada o fiume che ci è concesso di condividere,

e quel che in caso fosse meno breve di noi, 
beh, noi lo chiameremo "per sempre".







#79 terra e cielo

dove sono nato io questa cosa non esiste.
tutto quel cielo e tutta quella terra, senza verde, senza acqua, senza case, senza gente.
e una strada che porta nel bel mezzo del niente.
dove sono nato io questa cosa non esiste.
guardare in alto e leggere le striature delle nubi, che hanno così tanto spazio che non cerchi di vedere le figure, ma interi film.
c'è una linea definita, una superficie esatta che delimita il sopra e delinea il sotto, e il sopra e il sotto non si compenetrano.
e questa luce sfacciata che ti sbatte in faccia l'asfalto e ti sbatte negli occhi cielo cielo e poi ancora cielo.
non so come sarebbe vivere in un posto come questo, quello che so è che sarebbe davvero difficile vivere guardando a terra ma so anche che sarebbe l'unico modo per non impazzire.
perché io non riesco a concepire un posto in cui non esiste l'ombra.
da piccolo mi è capitato a volte di stare sopra un ghiacciaio. un mondo rarefatto e pazzesco, il ghiaccio verde dei crepacci, la luce assoluta del riverbero e un sole mai più vicino di così.
e di quei posti non ricordo i cieli, di quei posti ricordo le tracce e gli scalini scavati a due mani nel ghiaccio dal capocordata. ricordo il crepitìo dell'aria quando viene il temporale e ogni fulmine si prepara la strada verso terra, con le piccozze ben chiuse nello zaino e noi stesso accucciati.
certi posti ti cambiano. e viaggiando in aereo sopra le alpi in un giorno di sole rivivi tutte le tue piccole/grandi salite. e ti senti ancora lì. la coscienza dilatata, l'anima disposta all'accoglienza di ogni nuovo scorcio, ogni nuovo strapiombo, ogni nuova volontà.