#036 cosa vuoi tu da me?


una domanda che arriva.
prima o poi cade sul tavolo,
anzi, si schianta proprio.
come se fosse LA domanda che tutti hanno preparato, cresciuto, accudito e fatta diventare grande.
chiseicosafaiquantiannihaidadoveseisposatoseisinglemahaifigliahnononnehaiperòscrivibenedai.
in pratica un breve setup relazionale. misure prese. un'annusatina e siamo pronti per lei, la "one million dollar question".
e arriva.
e non importa se il tavolo è di legno massello, di marmo, di vetro o di cemento.
si schianta sul tavolo come se fosse in caduta libera da mille metri.
fa sempre lo stesso rumore sordo.
il rumore di qualcosa che si rompe.
certamente il tavolo.
ma non è solo il tavolo.
come se le parole dette fossero solo l'imballo.

fammi vedere cosa c'è dentro,
cosa vuoi vendermi, 
metti sul tavolo la merce, quella vera.

beh.

io non avevo esattamente in mente di fare marketing, qui.
comunque te lo dico, cosa voglio da te:
voglio sempre e solo una cosa da ogni persona che incontro.
voglio capire chi sei tu per me e chi io sono per te, da sempre.
voglio leggere quello che è scritto.
che tu sia l'idraulico, che tu sia le parole che cercavo, che tu sia il mio assassino, che tu sia il mio nuovo batterista, che tu sia il nulla, che tu sia il troppo, un'ombra di passaggio o il mio più grande errore/rammarico/rimpianto, che tu sia un sogno sognato o l'incubo per anni incubato, il viaggio che non farò o la conferma di dove sono arrivato.
c'è una scritta per me in fondo ai tuoi occhi, è inciso lì, quello che sarai per me.
lascia che io possa leggerlo.e intanto leggi quel che è scritto per te sul fondo dei miei.
il resto è tutto arredo d'istanti e ricalcolo percorso.

oppure "niente".








#035 il rigo segreto



c'è questa Canzone,
come parte, ci mette un secondo a metterti in moto.
come ce l'avessi dentro da sempre.
schemi armonici che si sovrappongono ai tuoi.
quadrati, perfetti.
e il ritmo uguale ricopiato dal battito del cuore,
in perfetta sintonìa.
poi parte il testo e non devi nemmeno farti prendere per mano.
sei stupito per quanto ti possa assomigliare 
una cosa che non hai scritto tu.
ma passa presto, una scrollata di spalle e un po' di realismo.
non saresti in grado di scriverle, le tue parole, tu. non così. 
e allora prendi quello che viene. 
e ti incassi anche il resto, sempre buono per i giorni di pioggia. 
ti ci tuffi, dentro. il sangue si fa più liquido e scorre, scorre meglio.
partono volùte di fumo che ti sollevano l'anima e la fanno danzare coi pensieri. 
come in una festa di paese, come in una sagra dei ricordi, 
l'odore dei sensi, il sapore delle promesse.
e quando finisce.. tu, sei finito.

hai consegnato alla Canzone tutto quello che sei,
oppure è lei che se lo è preso. 
e quando finisce anche tutti i tuoi volumi si abbassano.
tutti tranne due: respiro e battito.
quello è il momento in cui alzi gli occhi al mondo
e già lo sai che lo vedrai un po' diverso.
coi colori virati.

c'è questa Canzone che è come fare l'amore. 
con lei, con lui, col mondo.

questa Canzone ha un titolo e un autore.

e dopo il titolo, dopo l'autore, puoi trovare un rigo segreto
riporta un nome, e una data. 
si, come fosse una fede nuziale.
il nome è il tuo, la data è adesso.

perché questa Canzone è solo tua ed è solo adesso, e ha titolo e autore diversi dalla mia.
però c'è. 
per ogni istante della tua vita, una Canzone diversa.
il difficile è trovarla, e trovarla al momento giusto.
ma se la trovi, se la trovi.. non ti lascia più.
dentro era e dentro resta.
solo che ora lo sai.

#034 Chlorine



non sono un pesce.
mi piace entrare in acqua con un tuffo e partire subito.
continuare a nuotare fino a quando i miei muscoli da non pesce capiscono che è qualcosa di diverso.
fino a quando il mio cuore da non pesce capisce che deve pompare in orizzontale.
e la mia schiena assume un assetto buono per l'acqua.
e il respiro resta l'unica cosa che mi tiene agganciato al cielo, un filo che non posso spezzare, non ancora.
inspirando ogni tre bracciate posso mantenere un gesto simmetrico.
destra, sotto, sinistra, sotto, destra, sotto, sinistra, sotto.. virata. e così via.
dopo le prime vasche prendo il ritmo, se non c'è traffico. 
e riparte il pensiero.
non un pensiero diverso, no. ogni volta riparte lo stesso pensiero esattamente dal punto in cui l'ho lasciato la volta prima. ma non è escluso dal mondo, anzi. ogni volta è aperto a quello che è accaduto nel frattempo: a quello che è accaduto in ogni mio posto, in ogni mio altrove, qui come nel mondo.
nell'acqua affiorano le cose, cambiano le luci, con il cloro che resetta l'olfatto e il filo del respiro che mi tiene appeso al mondo con i suoi nodi equidistanti, sinistra, sotto, destra.

molte delle cose scritte qui vengono da quel momento.
molte delle cose che lascio che mi accadano trovano senso in quel momento.
e quando qualcosa mi appare in sogno è come se mi apparisse mentre nuoto. 
e, quando esco, 
non sono un uomo.
balzo sulla terra e cammino subito.
continuo a fare cose fino a quando i miei muscoli, il cuore e la schiena capiscono che è qualcosa di diverso..