#117. quel che non vedi accadere



le cose che succedono succedono due volte.
la prima volta succedono fuori,
la seconda volta succedono dentro.

lo penso da sempre e ultimamente tendo ad estendere il concetto alle relazioni.
quando mi relaziono con una persona mi rendo perfettamente conto che quel che un estraneo può vedere è solo il frutto della convenzione, del gioco delle parti, del formalismo, delle posizioni.
Un collega, un'amica, una studentessa, un manutentore, il medico di famiglia, quelli con cui suoni.
ma poi c'è un livello sotterraneo che si attiva non appena il rapporto diventa tra due persone, al di là dei ruoli.
poi gli appuntamenti finiscono, le attività si chiudono, i concerti finiscono e ci si saluta.
rimane qualcosa dentro, di buono, di cattivo, di ingombrante, di inatteso, di disatteso, di incompiuto.

quello è il posto in cui scattano gli addii e si chiudono le porte, quello è il posto dei bilanci, quelli veri, quello in cui quello che sei fa i conti con quello che non puoi essere.

se vuoi che ti accada qualcosa di diverso fa tu stesso qualcosa di diverso.
penso a dieci anni fa, a quanto fossi diverso.
eppure sono ancora io.
se vuoi che accada qualcosa di diverso forse basta puntare il muso in una certa direzione e saper aspettare. e saper cogliere il momento.

se vuoi che accada dentro di te qualcosa di diverso fa' in modo che anche fuori di te succedano cose.
ho mischiato le cose, ho contaminato il dentro con il fuori ho condiviso i miei percorsi con altre persone, mi sono esposto al mondo.
cosa ne esce?
un buon motivo per alzarsi domattina è già un buon risultato.
ma anche un po' di musica nuova.

10 commenti:

  1. Le prime tre righe sono sufficenti. Il tuo meraviglioso post poteva finire lì.

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    1. hai ragione, ma poi i pensieri continuano a rotolarti fuori, quelli buoni e anche quelli che invece no.
      ho bisogno di declinare, io, non per Mareva, non per chi legge, ma per me.

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  2. Concordo con Mareva e, di più ancora, esaustiva anche la sola prima riga..

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    1. esaustiva, sì. ma un pensiero forte mi chiede coccole, dopo, vuole sapere il mio nome, e io non sono tipo da una frase e via..

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  3. non sono fatta per gli addii: oggi più di ieri e meno di domani, è che la vita viene e ruba ed è troppo dura

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    1. sono bravi quelli capaci di sceglirseli, gli addii..
      io no, io riesco al massimo a riconoscerli.
      spesso tardi, ma quando accade poi non puoi farci molto.

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  4. mi piacerebbe avere il tuo punto di vista obliquo su lettura e scrittura, puoi passare da me?

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  5. ma certo, amanda, lo faccio volentieri. :)

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  6. Risposte
    1. si chiamava Giovanna, ed era la notte di capodanno di mille anni fa.
      era l'amica di mia sorella ed era venuta a prenderla, e uscendo, dalla porta mi disse "fai il BRAVO".
      La mattina mia madre mi svegliò e mi raccontò di un incidente nella notte in cui una ragazza era stata investita: proprio lei.
      Magari stanotte me la sogno e le mostro il tuo commento: "hai visto? l'ho fatto."
      (grazie..)

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