#071 legami.

c'è tutto un mondo sfocato e sospeso,
pronto a perdersi nel mare.
e c'è una fune che tiene.
che non permette derive.
c'è questa barca che vuole acqua
che spinge verso il mare, per gravità.
e c'è questa fune metallica segnata dalle ruggini del tempo.
segnata, però tiene.
vedo tutto questo e vedo la fune, ne metto a fuoco i fili avvolti.
quello che non vedo bene è il punto esatto a cui è fissata.
quello che non vedo bene è ciò che alla fine resiste.
e c'è più salvezza in questo che in tutte le promesse.
c'è quel che sei, non altro.


37 commenti:

  1. aggrapparsi un giorno salva la vita e un giorno uccide. bisogna avere braccia molto forti, per aggrapparsi. E un po' di culo, certo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. più che un aggrapparsi lo vedo come un legame forte a quel che si é. una cosa che ha una sua tensione. e la tensione é anche una nota precisa.
      problema mio, non riesco a vedere una corda tesa senza pensarne il suono.

      Elimina
  2. Risposte
    1. non c'é alcun nodo, giardi. certe funi spuntano dal muro liscio del cemento. saldate alle ossa. wolwerine.

      Elimina
  3. ti sembrerà una cagata quella che scrivo, ma a me cambia il senso di tutto il post: l'accento del titolo va sulla e o sulla a?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. me lo sto chiedendo anch'io. sai.

      Elimina
    2. se ff dice che va sulla i allora va sulla i.
      o sono guai per tutti.

      Elimina
    3. vedo che cominci a capire... sei più sveglio di quanto pensassi

      Elimina
    4. un tantinello più sveglio. poco poco.

      Elimina
  4. Sai...sento un inspiegabile disagio nel pensare che, senza la fune, la barca scivolerebbe fino all'acqua.
    Forse non ho capito il senso preciso (preciso) delle tue parole. Forse sono rimasta ferma troppo a lunga a studiare la corda, in primo piano, per non sentire il rumore del mare, sullo sfondo, fuori fuoco.
    Punti di vista, come sempre.
    O astigmatismo, come me.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è successo anche a me. minuti e minuti a mettere a fuoco la corda. con il mare sotto che suonava le sue canzoni che hanno dentro altre canzoni ancora.
      quando ne sono uscito avevo mille accordi in testa e credo di aver perso qualche ricordo, per fare posto.

      Elimina
    2. forse si è solo fatto in disparte. in un angolo più buio. pronto a rifarsi sotto non appena una parola, una canzone, un volto, non so.
      ed è davvero una fortuna non poter scegliere quali ricordi si perdono.

      Elimina
    3. e qui mi fai venire in mente quel gioiello di Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), me lo appicciò la Cincia e mi piacque così tanto ma così tanto

      Elimina
    4. L'ho rivisto da poco...struggente e magnifico, ancora

      Elimina
    5. io no l'ho mai visto, pensa. ma credo che recupererò prestissimo.
      grazie amanda!
      grazie cincia!

      Elimina
  5. l'importante è che ci sia e che tenga, poi si metterà a fuoco passo passo dove si vuole andare un po' per la corrente, un po' per gravità

    RispondiElimina
  6. penso all'esigenza della barca di andare verso il mare.
    alla forza della fune, la rassicurante sensazione di qualcosa che tiene ben saldi.
    Ma l'ancoraggio è un limite o una salvezza?
    ci vorrebbe una corda più lunga, che permetta alla barca di toccare il mare, senza perdersi.
    (e che voglia di mare, ora ..e invece, scrivania e pc ...)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io mi trovo da entrambi i lati della fune. c'è la parte che tiene, quella con la pancia a terra, e c'è la parte che vuole perdersi e affidarsi al caso delle onde.
      se la corda si spezzasse (e qualcuno mi dice che ciò è inevitabile), allora una parte di me si perderebbe per sempre nel mare.
      ma solo una parte.

      Elimina

  7. sto spendendo tutto il tempo utile al mare, da un po'.
    è già profonda estate nel mio mondo...
    e per non so quale congiuntura astrale sto frequentando tutta gente che per una ragione o per l'altra, vive assorta nel mare.

    c'è qualcosa di primordiale, in quel richiamo, di viscerale, che non si può spiegare.

    quelle cime tese, nell'immancabile azzurro sporco di ruggine, come descriverle se non come hai fatto tu?

    non c'è terraferma.
    la terraferma sei tu, in bilico sul mare, che divora ogni angoscia e la trita, restituendoti pace.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la terraferma sei tu, e puoi scegliere di sporgerti, ridurre a meno di tre passi la distanza.
      ma tutto questo può avvenire senza angoscia, non credi?

      Elimina
    2. direi che una sana scelleratezza può fare da contraltare all'angoscia.
      vie di mezzo talvolta non ce ne sono ;-)

      Elimina
  8. Ma poi serve sapere a cosa ci si aggrappa se questa cosa è così solida da permetterci di resistere?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io devo ancora capire bene dove sono io. se la corda è legata a me, se sono la barca, se sono l'argano zavorrato.
      qualcuno mi ha detto che le corde metalliche prima o poi cedono.
      quel giorno scoprirò dov'ero veramente.

      Elimina
    2. Magari devi solo cambiare punto d'osservazione. Forse dovresti essere su quella barca per vedere cosa c'è all'altro capo della corda.
      Pensa magari scopri che sei semplicemente il fotografo :P

      Elimina
    3. già. forse esiste una formica che quel giorno zampettava su quella fune ed era attraversata da pensieri feroci sulla sua condizione ed esistenza. forse quella formica ha già pubblicato il mio medesimo post da qualche parte.
      thatfaintingant.

      e io ho solo copiato.

      Elimina
  9. dice la saggia (mica io!)
    "Una nave in porto è al sicuro ma non è per questo che è stata costruita"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mi hai fatto pensare allo tsunami. a tutte quelle navi che erano attraccate nei porti e sono state spazzate via, mentre quelle in alto mare non hanno sentito nulla.

      Elimina
    2. Vuoi vedere che l'unica salvezza è restare ancorati alla propria essenza?

      Elimina
    3. sempre che non sia lei a portarti a fondo.
      storia vera: mio nonno era un carpentiere e metteva le ardesie sui tetti. una vita passata rischiando di cadere. mi disse: devi sempre star bene attaccato al tuo martello e stare attento a che non sia lui a cadere.

      Elimina
  10. Forse la vita sta in quegli intrecci, scorre all'interno e noi con lei ce ne andiamo a zonzo, tra immersioni e ritorni alla terraferma...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. forse, forse quella che descrivi è una delle stagioni della vita. dici che dura per sempre?

      Elimina
  11. Io la taglierei quella fune. E forse nel mare mi ci perderei.
    (Sai tu come ovviare al problema del chapta?! io no!)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è quella fune che unisce ciò che sono e le mie proiezioni tutte. se la tagliassi mi perderei, credo. devo perdermi? non so, forse è un modo per ritrovarsi.

      Elimina
  12. Certamente lo è. Potresti ritrovarti senza perderti? A volte anche le stesse proprie proiezioni necessitano della nebbia per cercare il sole.

    RispondiElimina