#058 Layers

tutto dall'alto.
la guardi. è la città che ti scorre sotto la pancia.
da questo posto in cima a tutto vedi le luci, quelle ferme, quelle lampeggianti, quelle svoltanti, quelle tenui, quelle bianche di bianchi lampioni.
dietro di te si muovono tacchi, vestitini fascianti, spacchi arditi, incursioni dentro mondi lontanissimi, reflex ad alzo zero. mirate alle gambe.
dentro di te sempre le stesse tre, quattro cinque note da pentatonica consumata.
e la tua ombra diventa il portale tra un mondo e l'altro. 
e il senso te lo regala lei.
quando le cose cominciano a scorrerti addosso abbastanza velocemente da strapparti i vestiti di scena, 
quando un bicchiere uno è già troppo per sentirti saldamente aggrappato ad una qualunque delle ringhiere della notte [semicit].
allora te ne vai. 
via.
"57. è un cappotto nero, grazie. buonasera."

65 commenti:

  1. Ci ho pensato, sai? Andare via senza portare l'ombra.
    Che l'ombra pesa, a volte.
    Ed è così attaccata a terra.

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    1. dici che l'ombra, ciò che ci permette di restare attaccati a terra?
      dici che è l'ombra, ciò che non ci permette di volare?
      potremmo immaginare una teoria secondo la quale è l'ombra che ci attrae verso terra e non la forza gravitazionale.
      solo che questo implicherebbe che di notte sia più facile volare.
      ma è materia per i sogni questa..

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    2. La notte è più facile volare.
      ma solo nelle notti senza luna.
      solo quando è così buio, che nessuno ci può vedere.

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    3. volare come una fuga?
      accadrà che in una notte senza luna ci ritroveremo tutti nello stesso luogo, convinti di essere fuggiti, in realtà prigionieri del buio.
      da quando, questo cuore nero, da quando questo contagio..

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    4. Nessun contagio. Sono portatrice sana di cuore nero.
      solo che a volte, i miei anticorpi se ne dimenticano.
      solo che a volte, la mia ombra è così lunga.
      che si incrocia con quella di un animale.
      e crea un'immagine brutta, come di un mostro.

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    5. solo che a volte.
      solo che a volte.
      solo che a volte.
      solo che a volte.
      è tutto lì, sai. in quella frase. il fatto che qualunque cosa siamo, qualunque sia il nostro posto nel mondo, è una cosa che vale QUASI sempre.
      abbiamo torrenti che scorrono sul fondo, noi.
      e a volte c'è la piena, a volte si incazzano.
      e a volte vincono. travolgono, esondano.
      a volte.

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  2. l'ombra sa sempre quando è il momento di riportarti aldiqua della porta è per quello che alla sera si fa lunga

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    1. l'ombra in quel caso si era fatta trasparente. consapevolmente. dunque è senziente? e dunque lei SA quando è il momento di richiamarti alla tua pentatonica interiore. e ci indica il percorso.
      le ombre lunghe.
      i contorni sfumati.
      le luci della notte.
      che altro?

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    2. a proposito delle luci della notte, una volta ero piccola ed eravamo in montagna e mia madre indicandomi le luci della pianura mi disse: quello è il paese delle fate; spalancai la bocca meravigliata. Ancora oggi se viaggiando sui monti di sera improvvisamente mi affaccio sulla pianura per una frazione di secondo penso "il paese delle fate" con lo stesso stupore, la frazione di secondo successiva arriva l'ombra lunga che mi fa pensare all'inquinamento luminoso, ma per un attimo.....

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    3. .....ma sono andata fuori pista

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    4. non vai mai fuori pista, amanda.
      io ricordo certi rientri in auto fatti da bambino, col buio, noi tre fratellini seduti dietro, quando da milano si risaliva verso nord e sui lati della statale c'erano questi fuochi con delle signore poco vestite. io mi chiedevo chi fossero, e mi chiedevo se fossero fate.
      ora lo so, che sono fate, ma fate non come le tue: altra marca, altri modelli di fata.
      ora lo so.

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    5. ci sono fate che hanno sbagliato favola e ci sono storie che non sono favole per niente

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    6. hai ragione. ci sono favole che non hanno nulla di favoloso, tra quei fuochi.
      ma le fate sono fate sempre. e in ogni donna c'è una fata.
      io quello vedevo, da bambino. e in fondo anche ora. cerco sempre,io, la fata.

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    7. ma com'è che le donne cercano il principe azzurro e gli uomini le fate e non sappiamo accontentarci di quanto meravigliosamente/banalmente umano c'è in chi incontriamo?

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    8. fata è il nome che viene dato alla meraviglia che suscita femmina umana in un maschio della stessa specie.
      e cosa c'è di più banale di un principe azzurro?

      io sono con te. sono per le cose umane degli uomini. sono per le cose vere. quelle viste da vicino e senza filtri o effetti. ma questo non significa accontentarsi. significa anzi saper cogliere quanto di speciale c'è in un essere umano.

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    9. da uno a 10 questa risposta mi è piaciuta 27

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    10. oggi nei miei sogni giravo con un sorriso da ebete in faccia e una felpa con un bel 27 stampato sulla schiena. e la gente che mi incontrava mi chiedeva: "amanda"?
      e io "già".
      e gongolavo.
      (grazie, in realtà non ho fatto altro che rimescolare le tue stesse parole fino a trovare una forma che mi somigliasse., ma la stoffa che ho usato era tua. quindi è la TUA risposta.. )
      ;)

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    11. per fortuna la forma ti somigliava, quello che mi piace della rete è che ti permette di conoscere gente che diversamente non avresti modo di incontrare, ma se uno si veste delle mie parole, riesco io a vedere cosa sta sotto ai miei panni? (oddio un uomo che si veste con i panni di una donna formato bonsai qualcosa lascia intravedere di sicuro, tuttavia preferivo un dialogo ad una seduta di psicoanalisi :))

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    12. ma certo che riesci a vedere. le parole che usiamo sono sempre le stesse. il bello sta nel disporle e conformarle per come siamo.
      mi mandi un filo di perline, io lo smonto e lo riassemblo cambiando disposizione.
      le perline sono ancora quelle, ma ora ti raccontano di me.
      la prossima volta parole più comode, per favore. mi tirano sulle spalle.. ;)

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  3. ...
    Ma per quanto la notte m'incateni
    con un anello d'angoscia,
    più forte è al mondo l'aspirazione ad evadere
    e la passione attira alle rotture.

    Boris Pasternak


    vero ?

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    1. se lo fai dire a Boris, allora non ne sei tanto sicuro.
      o forse è Boris stesso che ti chiede di dirlo per lui.
      sei un latitante nel mondo delle regole.
      giardi outlaw.

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    2. cosa rischiamo, giardi? 10 anni? meglio infilarci in un postribolo e tirar giorno insieme e insieme a qualche graziosa donzella.
      poi domattina ti accompagno io a costituirti.
      ma ti garantisco postumi permanenti.
      prometto.

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  4. Dall'alto è bello.
    Uno dei pochi posti dove mi sento al sicuro.

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    1. dall'alto è bello, si.
      anche se tu dai il meglio da vicino.
      è da vicino al cuore che le tue parole sono capaci di disarmare.
      un cuore nudo, quello di mareva: abbiatene cura, gente.

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    2. Solo: grazie.
      Non sono capace di dirti altro. Grazie.

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    3. shh non dire nulla.
      shh. a te, però. di cuore.

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  5. Chissà se c'erano occhi che guardavano in su, verso l'ombra che interrompeva il viola.
    Mi immagino un'ombra lunghissima, surreale, che esce dal vetro e scivola lungo la parete esterna, fino alla strada.
    Un po' come l'inizio di un film che non sei sicuro di riuscire a capire, neanche quando scorrono i titoli di coda.

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    1. li cercavo, sai. qualcuno che guardasse in alto. qualche vita da considerare, là sotto.
      sarebbero stati i protagonisti di ogni film girato in segreto quella notte.
      e lo sono stati. tutti.

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  6. che spaccato!
    Dietro, la festa. Dentro, l'incanto del caleidoscopio di luci.
    E il motivo della visita ha perso importanza a quel richiamo.

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    1. ne scrivi come se conoscessi la sensazione.
      tu che sei capace di entrare in ogni festa e farla diventare la tua festa, tu sei capace di distacchi e scollamenti interiori e inaspettati.
      fà che ti amino per questo e sarà per sempre. perché è quello che sei davvero.
      è in quei passaggi interstiziali che entra l'amore.
      si sente.
      perché è questo, che si sente, di te.

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  7. Le luci, dentro e fuori.
    diverse, ognuna col suo riflesso che accarezza chi le osserva. le luci, le donne.
    protagoniste.
    per una notte tutta per loro. si lasciano scrutare, si raccontano e vincono.
    donne, luci, nel punto più alto di una metropoli che ti prende e ti stordisce.
    e tu non sai più chi sei, cosa fai, cosa vuoi.
    alle spalle ci sono loro ma non serve che ti volti, le guardi nel riflesso del vetro, oppure guardi oltre. le vedi comunque.
    ci sono sempre.
    ma solo di notte.
    solo quella notte
    la notte tutta per loro,
    ma che in fondo è anche per te.
    te le fa amare.

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    1. c'eri. si direbbe.
      mi hai visto mentre mi allontanavo?
      e dimmi, quando io sono uscito, quell'ombra, è rimasta lì?

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    2. il cieco immagina,mentre qualcuno descrive e racconta.
      E in quel momento il suo "vedere" si trasforma in un'ombra.La sua.
      Le ombre fingono di seguire il nostro corpo,in realtà lasciano alle nostre spalle il loro riflesso mentre vagano, s' incontrano e portano a termine ciò che lasciamo alle nostre spalle. Sono loro la nostra vera essenza.
      La mia ha vagato. Si. Era lì.
      Come la tua, quando te ne sei andato.
      Te ne sei andato?

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    3. il vedente vede la luce.
      il cieco vede l'ombra.
      questa è una scoperta preziosa.
      così come solo un sordo può sentire il silenzio.

      io ero andato?
      per ma andare è "restare altrove"..

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    4. Già. Le scoperte preziose.....come l'acqua calda o il nuovo continente.
      O come i soliti detti: non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere e non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
      Forse ero cieca e sorda e non lo sapevo. Ora si. Grazie Red

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    5. Solo ora mi accorgo delle due chiavi di lettura di ciò che hai risposto.
      Una quella data dalla frenesia quando si è sommersi da mille incombenze, l'altra trovata nella tranquillità della sera quando si è più riflessivi.
      Un po' come la mia vita insomma. ;)
      Ma qual'è la chiave giusta Red?
      In ogni caso: grazie.

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    6. Brava, chiedilo a lui. Tu sì che sei sveglia. Cervelli allo sbando.

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    1. c'era del vero, dietro e davanti a quella vetrata.
      c'era del presente, del passato e del futuro.
      c'era tutto. ma proprio tutto.

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    2. beh, in quel tutto c'era anche questo posto.
      un tono di viola. un tono di rosso, un tono di v.

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  9. c'è un punto, quando corro al parco, che sta nel mezzo tra due lampioni e io ci passo e per un attimo ho due ombre due. e ogni volta, ogni santa volta mi giro indietro a veder chi mi insegue, mi rigiro e mi dico "che scema ma è sempre il lampione". ogni volta ci casco, ogni volta. chi lo sa, magari è che mi sento meno sola. magari è il desiderio, così direbbe dottor freud forse, chi lo sa.

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    1. i due lampioni hanno discusso a lungo, la prima volta che passasti, su chi avrebbe gettato l'ombra diritta e chi l'ombra traversa.
      hanno discusso, per ore.
      se quella sera tu fossi passata un'altra volta probabilmente avresti realizzato un passaggio senza ombre.
      e allora sì, saresti forse impazzita.

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  10. Mi è aumentato il mal di testa.

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    1. mi dispiace. ma dirai che è comunque colpa mia, e quindi non so che dire.
      se non che è dura per gli anonimi, di questo periodo.

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    2. Non vorrei sminuire la sua importanza, ma credo che stia sopravvalutando l'impatto che ha sulla mia vita. Toh, non sono più anonima. Chissà come mai?!

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    3. perchè questo
      non è un paese per anonimi.

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    4. Ha ragione, red. Mi chiami Scarlett.

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  11. non andare via, rimani, adesso mettono la nostra canzone.
    Red, stai cambiando sai? Ti ammorbidisci :)

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    1. ma no.. è che con la profondità i suoni vengono attutiti..
      è solo un'ansa più larga di questo fiume, che rallenta le parole e le rende più leggere.

      comunque ok, resto ancora un po'. ma solo se mi concedi questo ballo.

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    2. http://youtube.com/watch?v=rjFDQMlsoMM

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  12. Ehi quella sera quel portale tra i due mondi era in bilico su un "abisso". Non ti è venuta voglia di lasciarti andare e far volar via quell'ombra verso la città?

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    1. la città chiamava.
      in effetti sono uscito poco dopo, ma la città rimase alle mie spalle, avevo una cosa preziosa da fare. dare voce a quelle tre quattro cinque note.
      con quattro amici, anzi solo tre, quella sera.

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  13. se parli di ombre mi sento un po' a casa.

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    1. quando passo da te, nel bosco delle ombre, leggo i ritratti appesi agli alberi.
      e guardo la luce che filtra. e c'è odore di muschio.
      è questa la tua casa?

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    2. Dal l'odore, direi che è la legnaia. O lo scantinato.

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  14. red, e se invece di andare via si restasse?
    se invece di ritrarsi ci si lanciasse?
    se nell'ombra ci si immergesse fino al mattino?

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    1. in un certo senso è quello che ho fatto quella sera. ho lasciato un posto pieno di storie altrui per andare ad aggiungere un pezzettino alla mia.
      ho riconquistato la mia ombra, l'ho raggiunta.

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    2. quale mi muovo.
      al limite della resistenza fisica.
      abbandono ogni pensiero, ogni riflesso di vita professionale, e mi immergo nella vita, a quel che ne viene fuori.
      finchè dura, finchè ce la faccio, accolgo a piene mani ciò che me ne viene.

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  15. vabbè... il mio commento è stato tagliato....

    avevo scritto che è un bene quel che ti è successo... e che la stessa cosa la sto facendo da un po' anche io.
    bisognerebbe darsi spesso appuntamenti con se stessi e cimentarsi su terreni più impervi...
    e la città, ultimamente, è diventato il luogo elettivo nel quale mi muovo.

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    1. la città offre mille notti ogni notte.
      il più delle volte la notte che scelgo è lontana dalle mille luci.
      poi capita che accade qualcosa. un amico, un invito, un evento.
      qualcosa che ti porta ad uscire dl tuo schema.
      e le cose che succedono possono essere molto belle o preoccupanti.
      ci salviamo battezzando quei posti con "altrove".
      altrove come qui, come questo posto.

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  16. red, che poi la luce si accende anche dove c'è il buio, nel caso.

    e poi... quell'uscire dal proprio schema, non è una cosa fantastica?

    a quella sorta di randagismo notturno, senza sapere esattamente come volgerà la serata, ora come ora, non riesco a rinunciare.

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    1. una cosa speciale, sì.
      attraversare strade e posti che viviamo quotidianamente e trovarli diversi. vederne la notte.
      perché la notte le ore si fanno più vischiose, ti si attaccano addosso, lasciano tracce.
      e non siamo abituati a tutto questo, non io, almeno, ma ne subisco il fascino.

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  17. io credo che certe abitudini si prendono facilmente... ;-)

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