il primo post dovrebbe in teoria parlare di me o dei motivi per cui ho scelto per il blog questo nome.
se uno non riesce a mettere se stesso nel nome del suo blog è meglio se lascia perdere.
in realtà quello è il nome che avrei dato al gruppo in cui vorrei suonare. ma questa è una storia ce non voglio portare qui.
nel primo post si pianifica.
cosa voglio fare? voglio entrare in un mondo che si nutre di parole, capace di crearle e di giocarci.
parole che danzano intorno al fuoco della realtà.
vengo da un'altra esperienza, molto più chiusa e privata di blogwriting, ma era una cosa fatta sostanzialmente per un solo lettore: sempre io? mhm, ogni giorno più vero.
ora però voglio aprirmi al mondo cominciare a scambiare storie e parole. a mettere in fila parole mie e parole altrui e provare a ricomporre il tutto in disegni che abbiano un senso, almeno per me o per chi con me interagisce.
ho in mente una serie di post, che metterò qui, per vedere come va:
shazam
videoclip
shadowfollower
gerundivo e participio passante
atletismo
accountitude
questo l'ho fatto io. (a viral tale)
..
girando per la rete ho trovato blogger fantastici, molto spesso inchiavardati al racconto della loro stessa vicenda umana:
non sarò da meno ma non saprò essere di più.
diciamo che sarò medio.
"Inchiavardati" mi ha fatta schiattare dalle risate! Inizio per inizio. In medio stat virtus (cit. di non ricordo chi, ma tant'è).
RispondiEliminahai ragione, sai.
Eliminaè da qui che si deve partire.
qui c'è tutto.
l'avevo intuito che c'era la musica, qui ;-)
RispondiEliminasi sentiva da lontano.
se avessi avuto il mare, forse,
RispondiEliminanon avrei avuto bisogno di musica.
che il mare e la musica sono due cose che si sentono da lontano.
te le porta il vento.
io ho avuto il mare, e la musica, comunque.
RispondiEliminaanche se quando vado al mare non porto musica, perchè ce n'è già abbastanza da ascoltare...
è come se le note sfociassero nel rumore delle onde.
Eliminamusica dolce e musica salata che si mischiano.
si confondono.
vorrei saperne di più.
fammi sentire, dai.
fammi sentire la tua nota.
un bemolle pieno di sale.
RispondiEliminauna piccola scala blues.
dimmi un po', cosa suoni?
o canti, pure?
:))))
corde, non si capiva?
Eliminama non mi scopro.
metti che sei davvero del mestiere.
perché poi il mio mestiere è un altro.
ma bemolle/sale mi fa pensare a una note crescente, magari un bending.
e tu? e tu? in che modo frequenti le note?
sulle corde anche io.
RispondiEliminanon si era capito?
ma da autodidatta.
molto autodidatta :)))
beh, sai, mica vuol dire. ne ho vista di fenomenale, di gente autodidatta.
RispondiEliminae poi si va a lezione per imparare delle cose e da lì si parte: per "autoditattarsene" molte altre.
si scava anche in quello. ;)
in realtà è la voce, il mio strumento ;-)
RispondiEliminale corde mi servivano per accompagnarla.
ma anche quella è indisciplinata.
e tanto autodidatta :)))
va bene, allora. facciamo così, tu mi dici una canzone.
Eliminaio te la suono
tu me la canti.
poi troviamo uno che passa col cappello.
;)
così finalmente potremo smettere di lavorare.
... il cappello ce lo metto io.
RispondiEliminaci aggiungo anche qualche gioco di strada e lo show è pronto! :))))
magari, smettere di lavorare...
ma poi non si apprezzerebbe più il tempo libero.
io sono per il lavorare "giusto", e nel concedersi quello che si vuole, nei limiti di ciò che si può.
ed è lecito.
anche se i limiti del "può" e del "lecito" non sono mai così scontati.
chi lo diceva che le cose migliori nella vita o fanno male o sono illegali?
Eliminaforse chi ha stabilito che fossero tali lo ha fatto affinché nessuno mollasse il lavoro.
ma a dire il vero a me il mio lavoro piace.
e no, non mi chiamo bruce springsteen e no, non faccio nemmeno siffredi di cognome.
la canzone, comunque, è "grace" ;-)
RispondiEliminaquindi, adesso, la suoni?
"grace". e sia.
Eliminaci lavoro un po' su, ti faccio sapere.
E' un luglio qui. E io sto per compierne trentacinque, e prendo il fiato dopo un'apnea lunghissima, a pieni polmoni respiro di nuovo tutto quello che c'è. E guardo la laguna, e rimetto su i muscoli, e bevo un bicchiere, e mi commuovo che la gente intorno a me mi vuole ancora bene uguale e io pensavo di no. E poi i fili si intrecciano e non lo si sarebbe detto mai.
RispondiEliminasi, è luglio e il cielo è quello di luglio.
RispondiEliminami attende un'estate anomala, priva di mare. priva di un sacco di cose che associo all'estate da molto tempo. un'estate di quelle in cui le cose cha stanno cambiando non possono essere lasciate sole.
e l'inizio di un viaggio, forse, o forse soltanto l'inizio di una tratta fuori terra.
qui il tempo è fermo. qui il tempo è sospeso. e tutto mi scorre sotto come fossi una barca dalla chiglia larga in acque basse. è luglio, ma è anche febbraio.
quante volte il sangue compie un giro completo in sette mesi? per quante volte la diluizione del pensiero è arrivata fino alle mani? e quante volte è divenuta parola scritta? non lo so. ma ancora non sono abbastanza.
gerundivo: io sono un gerundivo pensa :)
RispondiEliminagerundivo.
Eliminatra i tanti, il tuo gerundivo non va affatto sprecato. è un abito che veste perfettamente.
ma io ancora non lo sapevo, ai tempi.
sorprese, tutte belle, no?
Inchiavardati non l'avevo mai letto, solo sentito.
RispondiEliminaCom'è un participio passante?
presente: amante
Eliminapassato: amato.
passante: amantato?
mellie, non puoi sparire così.
n o n p u o i .