#122. Le vite degli altri (dijon, francia)


Quando fai un viaggio capitano cose.
a dire il vero il viaggio lo fai apposta, affinché capitino cose.
a volte capitano a te, a chi sta con te.
a volte capitano a quello che non sei più, capitano a quello che eri, a quello che avresti voluto essere.
a volte capitano a una versione di te che semplicemente non è pronta, o non lo è più, o non lo sarà mai.
allora il viaggio è doppio: nel mondo fuori e tra mille possibili versioni di te dentro.
e la combinazione che ne esce è diversa in ogni momento, posti in cui non sei mai stato che ti appaiono familiari, luoghi invece in cui torni e non li (ti) riconosci.
Non ho mai fatto un viaggio da solo se non per lavoro, e quando è successo quello che partiva non ero propriamente io, ma una modulazione tutta da scoprire.
il più delle volte non era nemmeno lo stesso che sarebbe tornato.

Comincio a pensarla in modo diverso, a cercare di comprendere le possibilità dell'essere soli, le conseguenze dello strappare i giorni da un calendario appeso dentro la testa, dell'attaccare sul muro i post-it delle domande e quelli delle risposte per poi accoppiarli a caso e cercare di dare un senso al risultato.
senza sensi di colpa, senza la paura di lasciare tracce, senza guardarsi troppo i piedi e senza cercar troppo l'orizzonte.
quando fai un viaggio cerchi un modo di guardare il mondo, a volte di fotografarlo e quando pensi di averlo trovato e scatti nella foto entra una bimba che correndo ti schiva all'ultimo.
e riguardando le foto, la sera, ti rendi conto che quella bambina non ha attraversato soltanto la tua inquadratura, ma il tuo intero universo, e la sua presenza nella foto ti racconta che ci sono vite che ti schivano all'ultimo e che forse dovresti cercare almeno di includerle nella tua fotografia del mondo.
darsi una possibilità, sempre.

8 commenti:

  1. Bel post, riflessioni, ricerca del senso.
    Bella la foto anche

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  2. Ho letto, poi torno rileggo e ripasso, ben tornato da tutti i possibili viaggi, Red

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    1. buongiorno piccola amanda, c'è chi viaggia per andare altrove, c'è chi viaggia per rimanere aggrappato ad un'idea di se stesso.
      e poi c'è chi come me viaggia per aderenza ad un mondo che lo trascina via.

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    2. È così impetuosa la corrente? Vuoi nuotare contro o a favore di corrente? O ti metti pancia all'aria, guardi il cielo , i giochi delle nuvole, galleggi e ti lasci cullare dalle onde?

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    3. la corrente è impetuosa? forse.. o forse ho semplicemente mollato gli ormeggi. chissà dove mi porta, sto giro. :)

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  3. La bimba comunque si chiama Pauline, ha il sorriso spettinato di chi sta cambiando i denti, le ginocchia sbucciate di chi ancora corre per strada, e quindi nei sogni, e quando canta gli occhi si illuminano, ma è stonata perché nessuno le ha insegnato ad ascoltare

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  4. bellissimo.. sì.. e poi a guardare ben non c'è solo pauline, ma anche la sua sorellina, che le corre appresso. sono sfuggite per un attimo al richiamo dei genitori, ma devono rientrare che la nonna le aspetta, come ogni domenica.

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