#108 that little blue spot.


c'è un piccolo posto tutto blu, da qualche parte sul fondo.
e deve essere davvero il punto più profondo perché a quanto pare le cose che hanno una certa densità prima o poi ci finiscono e laggiù fluttuano.
il posto delle parole pesanti, quelle che non sai dove mettere ma che sai che da qualche parte devi pur metterle, un posto che è parente di questo, è evidente, un posto che è arrivato anche a nutrirsi di questo altrove.
non amo i bilanci, i bilanci sono per chi si ferma, i bilanci sono per chi in fondo si sta accontentando e decide che va bene così, che questa piazzola non sarà quella con il panorama migliore ma che intanto qui sono arrivato, e più su chissà.
quelli che per arrivare più su non ce la faccio da solo, e allora tocca fidarsi o affidarsi, ma io non voglio, non posso, e in fondo siamo in tanti a dirci che questa piazzola in fondo va bene così, e pochi invece quelli, cocciuti, che insistono a continuare, a cercare un panorama ancora diverso, ancora più cielo e terra e mare, e in fondo io arrivando qui l'ho capito che c'è cielo e mare anche per me, e che se proprio vorrò potrò perché ho le gambe giuste, io.

ma io non sono così, io non ce la faccio, e forse è per questo che le perdo, le persone, le perdo anche se ho fatto molto per farci cose insieme, se ho messo cose mie nelle loro mani e cose loro nelle mie, e ho chiesto di impastarle insieme a me, anche se ho cambiato ritmo e respiro e anche gli accordi per adattarli a loro.
ma così non funziona con le persone, e non perché le persone sono cattive, semplicemente perché alla fine tutti devono fare i conti con quello che sono, con quello che vogliono, e quasi mai quello di cui tu pensi che abbiano bisogno è quello di cui hanno veramente bisogno.
del resto neppure tu stesso hai troppe certezze su quel che ti serve davvero..
appuntamenti mancati, orari mancati, a volte basta poco, basta non intendersi su piccole cazzate, sui sedicesimi della vita.
le persone alla vita chiedono cose giuste per loro, risposte buone anche per la notte, cose che spesso non si hanno né si possono promettere, così come io pure ho le mie rigidità, i miei spigoli.
e quello che poteva unire diventa quello che separa, e le rotte divergono, e restano piccole e pesanti scorie che fluttuano nel piccolo posto blu.
tanto che sai che non andranno via, che tra mille anni saranno ancora lì, come il segno che una frana lascia nel bosco, con un lago che si crea.
io l'ho vista una frana vera, una frana grande, di quelle di cui si parla per giorni e giorni e che si portano via delle persone che conosci, persone che un giorno ci sono e il giorno dopo sono vento.
il giorno successivo, dal cuore di roccia che di colpo si trovò essere all'aria aperta, sono sgorgate: tre, cinque, sette sorgenti.. e la montagna piangeva i morti esattamente come li piangevamo noi tutti mano a mano che capivamo quel che era davvero accaduto, tre, cinque, sette lacrime.

poi l'uomo passa e mette bastioni e terrapieni e si crea un lago che un giorno dovrà esondare.
e così fu, in quel caso. ora l'acqua passa, il bosco si è ripreso quasi tutto, e il panorama è molto diverso, è uno di quei panorami che puoi vedere benissimo anche da una piazzola un po' più bassa e un po' più sicura.

la più grande fortuna dell'uomo: che ci si adatta, ci si costruisce un castelletto di perché foderato di va bene così e lastricato di in fondo poteva andare molto peggio.
la più grande sciagura dell'uomo: ci si adatta, ci si costruisce un castelletto di perché foderato di va bene così e lastricato di in fondo poteva andare molto peggio.

ma non ho tempo, non ho fiato, sono giorni d'apnea passati in immersione guardando il blu diritto negli occhi.
ma in tutto questo a vincere saranno solo loro, le sorgenti, che siano lacrime, che siano canzoni: voglio che siano canzoni, e non lacrime.

e in tutto questo però ci sono cose importanti che sembrano restare, lettere che devono arrivare, piccole accondiscendenze sotto cui cercare riparo, affetti al riparo dal corpo a corpo del fare cose insieme.
non sono e non sarò solo più di quanto io stesso non voglia.






15 commenti:

  1. ..leggerti proprio ora che 'sta caxxo de piazzola inizia a starmi terribilmente stretta.. da un lato mi solleva.. dall'altro mi fa chiedere.. e se dopo la curva la strada si interrompe? La felicità non coincide mai con la sicurezza.. poco ma sicuro.. (sicuro?..ahah )

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    1. c'è sempre un'altra possibilità con le piazzole: arredarle.
      ci metti un bel divano e una TV full HD da 46 pollici e ti poi vai a vedere su sky una nuova serie dal nome "la vita oltre la curva".
      che è più o meno quello che hanno fatto tutti quelli che definiamo "saggi".

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  2. ad averne una di piazzola,a volte sarebbe già tanto.
    ci sono momenti in cui la stanchezza è tanta e le ginocchia non reggono più, e questa cazzo di città è tutta salita e discesa peggio delle tue montagne, eppure non hai un posto per fermarti, non una piazzola che sia tua.
    Perché a suo tempo forse hai avuto paura di sceglierne una, forse proprio per paura di accontentarsi, forse perché credevi di avere ancora un sacco di forze, forse invece perché avevi fretta di andare a vedere quel piccolo posticino blu, che ora è quanto di più simile ad una piazzola. Un posto fatto di canzoni blu e lacrime blu, delle parole dette, delle cose non fatte. Un posticino che in fondo sa un po' di casa.

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    1. tufemmina, tu non hai bisogno di tutti quei gradini, una chaise longue davanti al mare da cui poter vedere tutto. orizzonte, cielo, e in lontananza un piccolo riflesso blu.
      perchè tu sei una donna che si incarta nel dettaglio e non vede quanto invece è armonico il tuo tutto, con tutti i tuoi personaggi che fanno guerrilla.
      la tua piazzola sei tu, ti serve solo la sedia.

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    2. è che io sono piccola, ho poco spazio da offrirmi.
      spesso non mi basto e sono costretta a inventarmi abusi edilizi per allargarmi, altre volte invece mi sono addirittura grande e l'eco della mia voce rimbomba e mi fa paura.
      per il resto sono consapevole che esiste una piazzola che porta il mio nome sopra, che sarebbe carina, perfetta, panoramica, spaziosa ma non dispersiva e ben attrezzata. molti darebbero la vita per una piazzola così. a me vederci il mio nome sopra mi fa sentire in cella e continuo a vagabondare pur di non fermarmi.

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    3. è un po' quello che succede a me.
      io sono bravissimo a cercare nuovi percorsi, a trovarne l'accesso, ad arrivare fino ad annusarne l'aria.
      e poi me ne vado.
      ho passato metà della mia vita a dare inizio a cose su cose, ad aprire porte che sono tendenzialmente incapace di richiudere.
      ultimamente però mi trovo a chiuderne un po', e quando trovo il mio nome da qualche parte difficilmente mi fermo: oltre! oltre! bisogna spostarsi in continuazione.
      fin quando ce n'è.

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  3. la mettiamo sulla fisica?
    "un corpo immerso in un liquido riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto pari al peso del liquido spostato", avevi sassi nelle tasche andando a fondo? dal blu del fondo, al blu del cielo, in cima a quella montagna che voleva sposarsi con la terra in basso, al punto di travolgere tutto e tutti, il passo sarà breve. Se non sarà breve sarà comunque un passo in qualche direzione

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    1. il mio problema, piccola amanda, è semmai nella fatica che si fa a spostarlo, quel liquido, che è pari alla forza che poi ti spinge in alto.
      tocca espandersi, in tutta quella pressione blu, e invece ti trovi piccolo e denso come una stella di neutroni.
      ma non esageriamo, dai, che sul fondo c'è sempre il fondo.
      la gente non ha idea di quante cose interessanti ci sono sul fondo. ;)

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    2. da galeoni sommersi a rarissime conchiglie :)

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    3. e dici poco..
      a proposito chi lo racconta ai galeoni che il principio d'Archimede vale solo fino a che non cominci ad andare sotto?

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  4. In tutto questo, non so.
    Io vorrei sentirti parlare davanti a una birra. <3

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    1. credimi, se avendo a disposizione il tempo di una birra con Mareva lo usassi a speculare sulle mie pippe mentali invece che a farmi raccontare il mondo visto da lei .. beh.. sarebbe come andare al concerto di bruce springsteen con la chitarra.

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    2. Ma le tue pippe mentali sono interessantissime.

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    3. mi sento in colpa con te e con tutti quelli che mi leggono qui.
      ti sto rifilando solo la parte lagnosa della faccenda.
      questo posto è la bad company da sbolognare..
      poi ci sono dei giorni che me la svolazzo come Woodstock attorno alla cuccia di Snoopy.

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  5. Non sei solo, forse, piú di quanto non lo fossi giá.

    Ci si accompagna ad altri, in alcuni percorsi, ma la strada maestra è unica e la percorrerai sempre da solo, anche quando ti sembrerà di aver trovato compagnia.

    O la compagnia giusta.

    Lo so che sono pessima a farti questo tipo di ragionamento, è quel che penso di me stessa, in fondo.

    Mi rendo conto di avere fatto personalmente affidamento su certezze che non erano tali, corroborate da anni di certezza che a sua volta non giustificava altro che la propria immanente esistenza.

    Arriverá ancora qualcosa di bello e confortante, che alimenterá l'illusione di non esser soli.

    È stato cosí sinora, tanto da assumere i contorni di una regola.

    Deve quindi per forza valere anche per il futuro ;)

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