105. spostati.


un giorno avevo pensato a una panchina, 
a una panchina precisa, una panchina che sta nei giardinetti che stanno tra via privata dei frassini e viale dei pioppi.
su quella panchina, via via, ho visto nella mia mente molti di voi: c'è chi era immerso in un tramonto atlantico, chi assisteva ad un capodanno di Brooklyn, qualcuno poi scattava foto alle sue stesse scarpe e c'era poi chi proiettava i suoi amori sulle nuvole.
ci passo davanti in auto andando o tornando dal lavoro, anche se non sempre, e no, non mi ci sono mai fermato, né seduto, in quel parco. 
e a ben pensarci non so nemmeno se c'è una panchina, in quel parco, 
perché non era il parco che stavo guardando, no, stavo guardando voi. 
seduti, da soli, sotto il cielo e sopra la terra.
beh, ci voglio tornare e questa volta fermarmi un po', e guardarlo un po' insieme quel tramonto, quei fuochi d'artificio, quelle scarpe.
quindi spostati e fammi posto accanto a te, che ci sono ancora un sacco di stelle da contare prima che siano troppe per poterle contare ed è una cosa che non si fa da soli. 
non si può. 




25 commenti:

  1. Se ti fermi un attimo la panchina la trovi sicuro.
    E anche chi conta le stelle. Per davvero.

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    1. teoria autoavverante:
      il giorno in cui nessuno più conterà le stelle le stelle cesseranno di esistere.
      è una staffetta che passa di fuso in fuso, fatta di nasi all'aria e di panchine.

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  2. adoro gli incontri sulle panchine, lì seduti, in un palese attimo di sosta, di recupero, di pace, di riflessione; mi sembra che ci sia una migliore disposizione d'animo, per dirsi cose vere, che fanno stare bene, che cambiano le prospettive. Quindi quale migliore opportunità di incontrare su una panchina l'uomo delle prospettive oblique e farsi prestare per un po' il suo sguardo?

    PS: mi hai trovata su quella panchina? che facevo?

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    1. la piccola amanda io la vedo su un pianeta tutto suo, con una volpe e una rosa.
      ti ricorda qualcuno? a me sì. ;)

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    2. onorata, ti dirò alla sera invece del pigiama indosso una livrea verde con la fodera rossa, ma ne parliamo sulla panchina

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    3. mister pallonaro, ti vedo dentro un teatrino. di marionette, sai.
      il rex io lo vedo di legno, con un naso bello lungo, con una volpe zoppa da un piede e un gatto cieco da tutt'e due gli occhi.
      ti ricorda qualcuno? a me sì.

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  3. Le foto alle mie scarpe qualche volta le ho fatte pure io.
    E spesso mi fisso su luoghi, persone, dettagli, sbirciando nelle vite altrui.

    Faccelo sapere quando trovi chi conta le stelle con te.

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    1. sono fortunato, sai.
      esistono persone con le quali guardo le stelle anche di giorno, che il buio si può creare anche con poco, anche con una coperta, come da bambini.
      ma poi a contarle le stelle ti confondono, e ti confonde il fatto che le più piccole sono le più lontane e le più vicine sono invece pianeti.
      poi a volte arriva la luna ci pare altro da loro, ma a me da qui pare avere la stessa temperatura.
      una volta mi persi dentro all'idea che ogni stella in fondo è causa di una sua piccola mare personale.
      piccola piccola e speciale.

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  4. Le stelle si possono contare da soli. Perchè poi ti perdi in quei conti, tracci linee e pensieri e illusioni e immaginazioni.
    A volte è meglio che non ci sia nessuno con te.

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    1. le stelle.
      sono così tante che tu ed io potremmo stare tutta una notte insieme a contarle senza mai contare lo stesso astro.
      non ci ho mai pensato, le stelle sono l'unica cosa che una panchina sulla terra sotto un unico punto di vista.
      lo dice la geometria delle distanze, ma io non ci credo, e se anche ci credessi a quel punto vorrei contarle in braille.

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  5. A me sei mancato tanto sai? E su quella panchina mi siedo ad aspettarti.

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    1. Mareva.
      non mi sono sentito distante, solo mi era parso di non aver molto da aggiungere a quel che era già qui.
      quella panchina resterà qui, quando vorrai.
      ;)

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  6. Male che vada ci sediamo tutti per terra, su una coperta, a mangiare qualcosa :)

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    1. mai sottostimare il potere delle coperte.
      molte volano. ;)

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  7. le panchine.
    mi hai fatto ritornare alla mente una cosa che scrissi a qualcuno tempo fa, pensando al nostro primo appuntamento:
    "un giorno di sole, i giardini di Porta Venezia, seduta su una panchina accanto a te, con la testa appoggiata alla tua spalla, senza alcuna necessità di dirci nulla per un po'. se chiudo gli occhi, mi piace immaginare così".
    ps. io comunque sono quella seduta sulla panchina a guardare i vecchini che giocano a bocce.

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    1. se passi da Porta Venezia forse vedi ancora quella panchina, forse vedi ancora te stessa seduta, forse lui è ancora lì con te.
      certi momenti sono scorci di un persempre.
      comunque i vecchini che giocano a bocce sono quello che voglio essere da grande: ma perché il nuovo cinema italiano trascura questo incredibile filone narrativo?

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  8. Hai pestato i piedi a qualcuno qui dentro, appena rientrato e già vieni punzecchiato a ripetizione.

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    1. non ho pestato nessun piede.
      solo mi sono annoiato. la gratuità di certe provocazioni é merce avariata che non mi stimola. da un po' cancello e dimentico: semplicissimo.

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    2. Infatti è noioso come atteggiamento e del tutto inutile.

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  9. Ci sono cose che non si possono vivere se non le condividi. O meglio, si vivono in modo completamente diverso se si è da soli. Ad esempio stare su una panchina a guardarsi intorno.
    un saluto
    Daniel

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    1. verissimo.
      ci sono cose che sono talmente diverse se fatte da soli che quasi perdono significato.
      un po' come giocare a tennis.
      contro un muro.
      tipo.

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