104. la soglia

c'é un prima e c'é un dopo.

la scena è quella vista ieri in un film, lei gli getta le braccia al collo e lui la solleva.
lei gli si avvinghia addosso mentre lui la conduce di là.

c'era un prima e ci sarà un dopo: per lui, per lei, per chi sta guardando il film.
e tutto quello che avviene nel dopo trova ragione in quel che era prima.

In realtà non c'è un prima, e non c'è un dopo.
c'è quello che siamo e quel che continuiamo ad essere anche oltre quella soglia.
qualunque sia, la soglia.
che sia la soglia di una camera da letto di Odessa - Texas, la soglia d'ingresso di un tribunale, la guardina del controllo visti di Atyrau, l'ingresso della sala consiliare, il portale della cattedrale di Rouen, il portoncino di casa, l'androne del condominio.

ecco, c'è un prima e c'è un dopo, ma il prima e il dopo altro non sono che i due lati del presente.

mi sposto sul filo del domani, con tutto il peso avanti, giusto per scongiurare il rischio di atterrare col sedere sulla terra di ieri.

il tempo è poco, e le cose da fare sono molte di più di quelle che potranno essere fatte.

28 commenti:

  1. C'era un prima e ci sarà un dopo a quella scena di American Sniper, che è rimasta in testa anche a me, per un po'. Come marginale, a quella valanga di prima e soprattutto di dopo. Che si tratti solo di viverlo più intensamente il presente, tutto il presente, senza equilibrismi posticci?

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    1. non ti capita mai di sentirti intrappolato nel presente, come se ci fosse uno schermo tra te e il futuro e tra te e il passato?
      come se il riverbero dell'adesso coprisse le tue stesse parole?
      tanto da doverle riporre in qualche forma di altrove per poterle custodire?
      questo posto in fondo altro non è che uno scrigno di legno e raso in cui riponiamo pensieri ancora vivi.
      l'acquario di Genova del nostro pensare.

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  2. Come consiglia la sogliola, appiattitevi. Visto che mirate all'essere orizzontali.

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  3. occhio eh che a volte andare giù di capoccia per evitare di piantare il sedere indietro fa male ;). Se il presente è così maledettamente denso da sentirciti invischiato come è potuto succedere? Navigare nell'olio mi sembra una condizione poco confortevole, altro che acquario di Genova.

    E' rimasto un pensiero per te da me sotto l'albero che si sta per smantellare

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    1. sono corso come un bambino cui hanno detto di un albero di natale nascosto, e ho trovato il mio regalo. ;)
      la densità del presente non è poi così male, è quella cosa che ci permette di sentirlo mentre lo attraversiamo, che ci permette di mettere quel po' di attrito nell'aria.
      che se no non ci si lascia scolpire proprio da nulla, e le rughe non hanno nemmeno un senso.

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    2. Sai mi ero fatta una cattiva idea di questo tuo presente leggendo la risposta a Franco, ma in efetti leggendo il tuo post non ne davi una connotazione negativa, quindi resta lì appeso quanto vuoi, lascia che il nastro giri alla velocità che più ti piace

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    3. farò così.
      non ho molta scelta, in realtà.

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  4. Sì, il tempo è davvero poco e finiremo per fare solo alcune delle cose che vogliamo. Però qualcosa facciamo. E se la facciamo con volontà e forza, allora essa ci apre le porte per un milione di altre cose.
    (oggi sono positiva, domani magari ti dico che fare o non fare è la stessa cosa :P )

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  5. Il tempo è sempre poco, sono sempre troppe le cose che avremmo voluto fare nel prima e sempre troppe quelle che vorremmo fare nel poi. Quello che siamo è l'algoritmo in base al quale scegliamo quelle da scartare.
    Fare le scelte diverse da quelle che avrebbe fatto chi ci giudica in fondo è un bene: vuol dire che non siamo cloni, e in certi momenti è già tanto.

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    1. è tutto un rincorrersi, un avvicinarsi, un perdersi,
      solo che a volte la velocità è alta e la distanza dal suolo è minima.
      e sbattere la faccia sul cemento non piace a molti e certo non a me.
      e così sperando che passi non fai che andare ancora più veloce.
      e così siamo un algoritmo.
      può essere, ma in tal caso direi di quelli in cui la soluzione non è scontata o univoca..

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  6. mi hai fatto tornare in mente una frase che dice che con un piede nel passato e uno nel futuro, non si può far altro che pisciare sul presente.
    io, personalmente, vorrei tenerla a mente più spesso. e tu, occhio a non sbilanciarti troppo in avanti, che ha ragione Amanda, poi rischi la capocciata.

    ps: io quando mi sento intrappolata nel presente, esco a fare due passi e migliora sempre. altre volte, metto su un caffè. talvolta funziona anche meglio... ti faccio un caffè? :)

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    1. ci sono giorni in cui un caffé ti cambia le prospettive.
      sarà una questione di chimica.
      ok, dai facciamolo, però offro io. ;)

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  7. Il dilemma delle troppe cose da fare in poco tempo affligge anche me.
    Da sempre.
    Eppure continuo a sprecarlo, anche, il tempo.
    Coscientemente.

    E non riesco che ad immaginarmi proiettata nel presente, perché é l'unico tempo in cui vivo.

    Tutto resta concentrato sempre su certi argomenti, non trovi?
    Come se la vita ruotasse attorno a pochi perni saldi, in mezzo a tanti divelti nel tempo.
    Come se, davvero, fosse tutto qui.
    Una questione di uso del tempo e di vivere nel presente.

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    1. Bel commento. Come cantava Claudio Lolli, abbiamo tante cose da fare che non facciamo mai niente. E quelli che le fanno davvero sembrano criceti sulla ruota o pazzi nevrotici in preda ad una qualche forma di compulsione. Credo c'entri la crisi. Tra i tanti articoli letti in questi giorni, uno sosteneva che la crisi è prevalentemente psicologica. Sono d'accordo. Forse dovrei ascoltarmi a rotazione Dammi tre parole. Invece vado a sentirmi il Lolli.

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    2. sono oscillazioni armoniche attorno all'essere qui ed ora.
      e nel nostro ondeggiare capita di trovarci in sincronia con alcuni e in controfase con altri. va bene ance questo.
      tu poi non puoi certo dire di avere un presente vuoto, tu hai giornate che descrivi come fossero infinite.
      qui sulla terra quelle giornate non esistono, sai?

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  8. Tempo. Tempo. Tempo. Nevica ad aprile. Nevica prima, e nevica dopo. E se si cade in avanti, pensaci...se ne può anche ridere no?

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    1. In effetti, mio marito è caduto in avanti, si è fratturato i due polsi e io sono tre settimane che mi diverto da morire. A prenderlo per il culo.

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    2. SS culona, è più facile prendere lei per il culo.

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  9. è la neve che arriva a ricordarci che la primavera è solo uno sbaglio di passaggio.
    winter is always coming.
    ma se ne ride, se ne può ridere, se ne deve ridere, anche solo per lasciare entrare con l'aria anche il futuro.

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  10. Tu sei rimasto intrappolato in questo "post" invece?! Fanne entrare uno futuro... ;)

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  11. frankie bottiglia, sempre commenti ald cazzum.

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  12. un bel modo di descrivere la relatività del tempo.
    in realtà esiste solo il passato, che è oggettivamente stato, e il futuro possibile che maciniamo in continuazione nella nostra mente.
    E dove è in effetti il presente?
    un saluto
    daniel

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