#84 - punti di vista.


è una cosa che faccio. sempre.
qualcosa che ho già descritto, credo, qui, o nei commenti.
nella vita, nel lavoro, nei rapporti interpersonali, nei viaggi.
cercare il mio punto di vista.
o meglio cercare l'unico punto di vista che mi consenta di vedere le cose nel giusto modo e renderle semplici, o almeno un po' più semplici.

Credo che sia dovuto al mio scarso talento nel capire le cose, credo che abbia a che fare con il fatto che non ho la capacità di cogliere subito quel che va colto o quello che comunque sarebbe possibile cogliere.
e così mi costringo a cambiare punto d'osservazione, a salire sugli alberi, infilarmi nei tombini, o semplicemente a inclinare la testa quel poco che basta.
come quando ti cade a terra qualcosa e non la trovi e allora conviene spostarsi e guardare con altre prospettive, perché se da dove sei non la vedi non la vedrai mai se non fai un passo, se non ti abbassi.
è faticoso, e ci vuole motivazione: non ho mai fatto niente di decente senza una buona motivazione.

Le cose migliori che ho fatto le ho fatte per amore, o se non per amore per qualche strana deriva del cuore che ho scambiato per amore,  attrazione,  prossimità: promesse di qualcosa di bello, di nuovo.
(e anche qui, di quale amore parliamo? ne ho toccato qualche tipo, non tutti.)
il meccanismo è sempre il medesimo. sento un richiamo, un'intonazione, un'assonanza, una risonanza, una parola, una parola sola può bastare, oppure riconoscere qualcosa che mi appartiene da qualche parte, leggere una riga e pensare che avrei potuto scriverla nello stesso modo.
qualche volta c'è uno scambio, qui, o altrove, parole pubbliche, parole private, altre volte non ha nulla a che vedere con le persone ma è semplicemente una musica, un libro o un film.
e allora divento recettivo, mi metto in ascolto.. e ascolto. zitto.
ascolto quello che arriva, ascolto quello che smuove, a volte riporto. e questa è la genesi della maggior parte di ciò che arriva qui.
Mentre faccio tutto questo mi sposto. Cambio posizione fino a che non trovo il corretto allineamento, quello che mi permette di vedere senza filtri, senza ostacoli. o almeno ci provo.
E se ci riesco accade che parte un flusso di pensieri capace di trascinarmi altrove, capace di farmi vedere tutto in modo un po' diverso e possono arrivare parole per me nuove, parole mai calpestate, parole candide come la prima neve prima che passi qualcuno.

il mezzo è questo, il cammino è il mio, e la condivisione fa il resto.
probabilmente questo avrebbe dovuto essere il mio primo post, qui.
certamente non sarà l'ultimo.

39 commenti:

  1. A me capita una cosa simile: chiedermi quale sia la mia opinione su un qualche fatto. La maggior parte delle volte mi sembra di non averne. La maggior parte delle volte mi sembra che tutto mi scorra davanti senza interessarmi troppo o solo il tempo necessario per farmi pensare qualcosa ma non abbastanza lungo per far sedimentare un mio sentimento di rabbia o disappunto. Ché quelli di gioia, invece, mi si attaccano subito. Ci vuole niente.

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    1. capita anche a me. io sono quello che non si esprime, tace. ho sempre la sensazione che nei discorsi più generali non ho mai abbastanza informazioni per poter prendere una posizione chiara.
      anzi, io diffido pesantemente di chi ha sempre una posizione chiara su argomenti complessi.
      ma esistono argomenti semplici? mhm. no. non esistono.
      è un bel guaio, Mareva, beviamoci su, dai. e auguri. ;)

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    2. Io diffido e basta. E sto zitta, sì. Perché tanto ho imparato che, la maggior parte delle volte, la gente non ti ascolta, ma aspetta solo il suo turno per parlare. Quindi perché sprecare fiato?
      Certo, il discorso cambia quando mi incazzo. Lì zitta proprio non ci posso stare. E neanche ferma, no. Ma questa è un'altra storia.
      Comunque il silenzio è bellissimo. Quelli che non lo capiscono, a me fanno quasi paura.

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    3. la qualitá del silenzio sta nella qualitá dell'ascolto dello stesso, credo. quel che é vero é che molte persone lo vedono come assenza di parole. invece no, il silenzio é un'altra cosa.
      ma chi scrive come tu scrivi, in quale altro luogo potrebbe aver trovato le parole, se non nei suio campi di silenzio? mi ci porti un giorno?

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    4. Non sono sicura di sapere la strada. Ce l'hai il tom tom, eventualmente? O andiamo così, allo sbaraglio?

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    5. no, ma la troviamo.
      sará in qualche posto segreto..

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  2. diciamo che è il primo del nuovo anno, che ha una buona angolazione, che ti inquadra bene, poi incliniamo il capo, accendiamo le orecchie per non perderci nulla e non parliamone più ;)

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    1. dovrebbero affidarti la conduzione di un programma radiofonico, amanda.
      di quelli capaci di parlare alla gente e dare un sacco di buoni consigli.
      grazie. per tutti i sorrisi e i buffetti del 2013 e per tutti quelli a venire.
      Grazie

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    2. guarda che hai una inclinazione tipica da acchiappo del sorriso/buffetto in questo momento :D

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    3. uh. come mi é facile scoprire il fianco quando di fronte ho te. :)

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  3. Il vero guaio è cercare sè stessi. Perchè spostandosi si ottiene di vedere dove si era e scoprire di essere stati in un posto che magari manco ce ne siamo accorti da quanto era bello. Poi però resta il problema: e ora, dove sarò andata?

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    1. ma c'è sempre qualcosa che ci fa muovere. c'è un vento che ci fa spostare verso o via da. e non sappiamo veramente dove siamo fino a che non ci spostiamo, anche di poco.
      e se anche tornassimo in quegli stessi luoghi saremmo noi ad essere diversi.. il vento ci spinge, il vento ci cambia.

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    2. il vento cambia anche il resto.

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    3. e allora se è tutto tutto diverso non dobbiamo forse cercare il nostro posto ogni volta? come il primo giorno di scuola?
      io ho sempre puntato al posto accanto alla finestra.

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  4. il movimento invita le cose migliori

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  5. i punti di vista sono davvero infiniti.
    personalmente, credo di essere passata gradualmente, dall'infanzia ad oggi, dalla presuntuosa certezza di assumere la posizione giusta alla consapevolezza di poter sostenere, di volta in volta, un mero punto di vista.
    e ogni confronto, devo dire, arricchisce i miei punti di vista di ulteriori elementi.
    è capitato anche, talvolta, di arrivare a sovvertire un punto di vista.
    fa parte del gioco dell'allineamento che dici tu.
    un gioco che con il tempo diviene sempre più dinamico.
    e in tutto ciò, buon anno red ;-)

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    1. è un gioco di specchi, lo so. anche se il gioco migliore sarebbe farne a meno. guardare negli occhi le cose, sempre.
      ma non sempre si può, e certe cose si avvertono meglio grazie alla visione periferica. certi spunti, un movimento, un riflesso.
      comunque la dinamica è indice di capacità di poter cambiare punto di vista in pochi istanti. il modo più semplice per farlo è il dialogo, e devo dire che praticamente tutti i miei post mi hanno visto cambiare punto di vista grazie ai commenti.
      e in tutto questo, buon anno a te. ;)

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  6. Sei uno dei pochi capace di scrivere qualcosa che genera in me mille pensieri che poi non so esprimere se non utilizzando la via del silenzio. Un silenzio contemplativo ed intimo, non quel tipo di silenzio che mette tanta soggezione da cercare di riempirlo a tutti costi con parole vuote.
    Mi limito quindi a dirti che questo post poteva essere il primo o il penultimo (che ultimo non si dice), non ha importanza. Sei tu. Da tutte le angolazioni possibili :)
    Buon anno :)

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    1. io ci metto uno spunto, tu commenti, altri commentano. e da tutto questo nasce qualcos'altro, per esempio uno spunto per un'altra cosa.
      nutro il mio pensare grazie pensare altrui. al tuo. ma mi serve, che tu mi scriva cosa pensi, mi serve affinché questo processo abbia un senso in ciò che scriveremo e penseremo domani.
      quindi non devi far altro che chiudere gli occhi e lasciare affiorare i pensieri, e poi trascrivere qui, o nel tuo blog.
      è praticamente quello che faccio io, sempre.
      Buon anno anche a te. :)

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  7. ..certamente anche il "perché si fanno le cose" varia a seconda del punto di vista della motivazione. O della non motivazione. Se andassimo per forza d'inerzia? Fino a fermarci? Vero è che da quando spulcio blog e scibacchio sensazioni sul mio, i pdv si moltiplicano come gremlins impazziti... come già ebbi modo di riferirti... guardare con gli occhi del tombino rimarrà un must impagabile. Ed illuminante.

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    1. io credo che ci sia un gradiente, qualcosa che ci fa muovere, una impercettibile pendenza, come quella che fa muovere i fiumi di pianura. e allora ci si ferma solo alla foce, per diventare mare, e poi nuvola e poi pioggia e poi da capo. di nuovo, sempre lo stesso ciclo, sempre un po' diverso.
      i tombini, già.. come se guardare sotto le gonne della realtà fosse sempre edificante. ma vogliamo pensare ad un mondo di tombini volanti,
      vogliamo un tombino Jonathan Livingstone.

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  8. Storia del tombino che voleva volare. L. Sepulveda

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    1. ma guarda. tu sì che mi fai sentire speciale. :)
      a questo punto ti chiedo : com'é?

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  9. A me capita di guardare indietro e pensare che oggi avrei fatto/scritto/detto qualcosa di diverso. Ma, forse, se non avessi fatto/scritto/detto quelle cose che oggi mi sembrano così sbagliate o futili o infantili o qualsivoglia aggettivo negativo ti venga in mente, magari adesso non sarei così. Non sarei io. Sarei qualcun altro. O sarei diversa. O non ci sarei. Che è il passato che ci forma, sì? Come fossimo creta che non si asciuga mai.

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    1. materia umana in continua (tras)formazione.
      non ti diró frasi tipo sei bella così, che non ti servono. peró credo che tu stia facendo cose importanti. ti sei messa al timone. viol dire che hai trovato una rotta con vento buono?

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  10. già, è curioso pensare a quanti tipi di amore pensiamo di aver toccato, e quanto in realtà a volte ricadiamo nel "peccato di aver creduto speciale una storia normale". che bel post.

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    1. le storie che continueremo a considerare come davvero speciali sono quelle che non sono mai iniziate e quelle che non sono mai finite.
      tutto il resto finirà inevitabilmente sott'acqua alla prima mare di normalità.

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  11. le cose che ho fatto, o che faccio io fatico a declinarle come migliori, o peggiori. quello che vorrei alla sera è addormentarmi cogli occhi leggeri, e sentire di non aver fatto nient altro di diverso da quello che le mie mani, e gli occhi, e i muscoli tutti nessuno escluso, sono in grado di fare. Naturalmente. e naturalmente, talvolta, qualcuno leggerà in quello che faccio qualcosa di manchevole, di incerto. di inappropriato. altri, invece, mi mostreranno comprensione.

    e io, invece, io per me, continuerò a chiedermi quanto o fino a che punto gli occhi degli altri su me possano davvero defraudare i miei gesti, o renderli infungibili e meravigliosi. O se non siano solo possibili e altri punti di vista.

    forse come spesso mi accade vado fuori tema, nel caso ti chiedo venia.

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    1. l'altro entra nei nostri gesti e nei nostri pensieri e li può cambiare, li può in certi casi anche far nascere.
      non è solo un punto di vista differente, no, è anche comburente diverso per la nostra fiamma, e quando arriva qualcosa di speciale io credo che davvero sappiamo fare qualcosa di migliore o almeno di differente rispetto a ciò che possiamo fare da soli.
      La misura di ciò che una persona può essere per noi si ritrova tra le righe di quello che facciamo con e per lei. Io mi trovo spesso a cercare le persone nelle righe che scrivo loro. sono un vorace rilettore della casella di posta inviata (e di quella bozze, anche, sì.)..
      è grave?

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  12. non ne sono convinta tu.
    non credo siano gli altri a entrarci dentro, quanto piuttosto noi, io, a volermi prendere per benino ogni parte di me, prima di consegnarla a qualcun'altro.
    ecco, tieni. prendimi, chè io altro non sono che questi minuscoli puntini. a volte sfuggo. alcuni scompaiono e non riappariranno più, mentre altri prenderanno vita.

    credo che ogni vicinanza, sia innanzitutto una vicinanza di me con me.
    forse questo può sembrare poco poetico, ma a me pare un gesto di sincerità e amore.

    avvicinarmi a me, anche un pò per avvicinarmi cautamente all'altro.

    e in fondo, il tuo ultimo capoverso, nel commento, forse un pò può significare anche questo.
    rileggere te, per te e per avere un pò il senso e il verso della vicinanza con l'altro.

    mh, mi sa che non sono forte nell'esprimermi.

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    1. invece sei forte forte nell'esprimerti.
      dovresti solo per un attimo venire da questa parte del video e leggerti da qui.
      semplicemente.

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  13. a te ti ci garba la bimba di yoshitomo (si dice avatar?), ti ci fa sciogliere il cuoricino come un burrino e allora sei buono pure con me.

    sorrido.

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    1. a me la bimba mi ci garba sì.
      ma non è per questo che sono buono pure con te.
      è che ho imparato a leggere, prima le parole, poi i silenzi tra una e l'altra.
      tu sei forte con le parole, ma sei fortissima con i silenzi.

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  14. Quel muoversi è far spazio, e se poi è silenzio... cosa c'è di più bello di un silenzio condiviso?
    Ciao red.

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  15. una silente condivisione?
    ciao ape. :)

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  16. Oddio, che cervello contorto. Diventerei pazza a ragionare in questo modo. Senza nessun punto di riferimento provvisorio. Persino chi scala montagne a mani nude ha bisogno di appigli e sporgenze a cui aggrapparsi.

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  17. Ho riletto più volte il tuo post. Sì, una specie di fine tuning interiore. Quante volte l'ho fatto anch'io. Spesso senza neppure giungere ad una conclusione...

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    1. hai riletto più volte..
      a dire il vero l'ho riletto anch'io, oggi, il tuo commento mi ha riportato qui.
      e credo di pensarla ancora in quel modo, sai.
      e la conclusione che serve non c'è mai.

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