#80 spider web


distanze condensate. nient'altro.
capaci di trattenere la rugiada della notte.
quel che più mi stupisce, ogni volta, è come ogni filo sia collegato a tutti gli altri.
toccane uno e danzano tutti.

e così è per le distanze umane,
un filo di seta retto dai due capi da mani diverse:
tiralo troppo e si spezzerà,
lascialo lasco e perderai il tuo riferimento, la tensione.

esiste una distanza giusta per ogni cosa.
la distanza del Lei.
la distanza del silenzio.
la distanza del rancore.
la distanza del dolore.
la distanza dei nomi e la  distanza dei cuori.

sarebbe più semplice, tuttavia,
se soltanto fossimo capaci di stare fermi.
ma fermi non si sta,
ma fermi non si sta.
il che non può significare che collidere o perdersi,
alla lunga.

non esistono prossimità che durano per sempre.
esistono prossimità che durano più a lungo di noi.
e quello che si può davvero fare è molto poco.
come breve è in genere il tratto di strada o fiume che ci è concesso di condividere,

e quel che in caso fosse meno breve di noi, 
beh, noi lo chiameremo "per sempre".







35 commenti:

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    1. sempre un po' più in là, Giardi, sempre un po' più in là..

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  2. Mi fa riflettere, è bello. Io fermo mai, io fermo mai. Però, credo in certe prossimità, credo che possano durare, è già successo, e non è per forza amore, e non è per forza seta. A volte è amicizia, altre intesa, altre volte non ha un nome. Sono le cose più semplici, ma c'è sempre tanto cuore dentro, così tanto che la logica si piega e smette d'avere ragione, smette per sempre.

    Ti leggo sempre con forte interesse.

    Ciao, red.

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    1. Non sai quante volte ho riflettuto su questo. siamo navi in viaggio, abbiamo le nostre rotte. e qualche volta capita di trovare a vista un'altra nave che segue una rotta parallela, sì. e allora può durare a lungo. è per sempre? non lo so. non ho ancora toccato il mio limite (per fortuna, direbbe chi in qualche modo conta su di me..).
      non è per forza amore, non è per forza seta, non è per forza qualcosa che abbia un nome.
      è paradossale, qui. rinunciare a dare un nome alle cose equivale forse a non farle esistere.. non lo so. ;)
      anch'io ti seguo erre. solo che da te c'è sempre ressa. quando vuoi una cosa da bere per te qui c'è sempre. lascio aperta la porta sul retro, ok?

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  3. Collidere o perdersi. Non sono molto d'accordo. Mi accodo a Erre che parla di prossimità che possono durare, bisogna solo volerlo e che ci sia interesse. Altrimenti esistono solo le due opportunità di cui parli tu.

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    1. certo. quanto a lungo dura il ringhio di un cane costretto dietro ad un cancello.
      c'è la voglia, la fame, e allora lui non molla.
      ma le cose senza vincoli, senza cancelli, quelle che possono convertire in atto la potenza, quelle forse arrivano prima o poi al dunque.
      è lì che che qualcosa succede..

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  4. io credo che le prossimità durino per il tempo del qui ed ora. sposo totalmente la teoria della bolla, delle distanze che si modulano, così come di conseguenza si modula la distanza giusta per ogni cosa per ciascuno di noi.

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    1. il qui e l'ora. io sento l'approssimarsi e l'allontanarsi molto più della distanza in sé.
      e credo che esista un arte, l'arte della giusta distanza. un arte che non sono certo di possedere. anzi, sono certo che no.

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    2. anche la giusta distanza dalla grammatica è divenuta un'arte oramai

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    3. già. come la punteggiatura, ad esempio.
      esatto.

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    4. un'arte. ok.
      (scusa, mamma, lo so che mi hai fatto studiare, ma quando mi mandavi a scuola non c'erano le tastiere touch.)

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    5. ah l'arte della giusta distanza, bisognerebbe avere la costanza di un violinista o di un ballerino classico, poi alla tecnica bisognerebbe aggiungere la grazia a me mancano entrambe

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    6. amanda, credo che invece amanda sia dotata di queste cose. almeno l'amanda fatta di parole, quella che vediamo qui.
      puntuale nei commenti, sensibile e aggraziata. insomma una blogger solista. ;)

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    7. non so se sia questione solo di arte. sì, probabilmente c'è una capacità innata, in questo concordo se è a questo che ti riferisci con arte; molto di più sento che questo compito di saper modulare le distanze è della capacità di ascolto. ora va di moda chiamarla empatia, ma non è solo quello.

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    8. la capacità di ascolto per calibrare le distanza.
      sono d'accordissimo.
      come lo è gettare un sasso per capire quanto è profondo un pozzo.
      ecoscandaglio.

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  5. quanta bellezza. punto. quanta, in questo fare l'occhiolino al per sempre.

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    1. uh, edp. comincio a pensare che tu veda più bellezza di quanta non ce ne sia in giro. però nel tuo caso la bellezza che tu vedi è in buona parte riflessa. tu vedi gli specchi del mondo e ti lasci ingannare.

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  6. le distanze condensate funzionano come il latte condensato che ha il sapore della mia infanzia e che non scadeva praticamente mai?

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    1. mi piacerebbe dirti di sì. e mi piacerebbe dirti che ce n'é ancora. in dispensa.
      prova a vedere.
      le distanze che non scadono forse esistono. sono quelle che sono state condensate quando eravamo piccoli: condensate a sogni aperti.

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    2. magari se lo riassaggiassi ora sarebbe stucchevole, ma qualche volta un giro con la macchina che condensa i sogni ad occhi aperti lo farei anche oggi

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    3. bella quella macchina. per me funziona a CO2.

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  7. Prendo le tue parole e le associo alla mia storia con TR: è verissimo che non si riesce a non stare fermi e ogni tanto uno tira da un'altra e l'altra dall'altra. Le uniche cosa che possono far stare ferma e tesa (senza spezzarla) quella corda sono il sentimento e, ancor prima, la fiducia.
    Pertanto, non è vero che si può fare ben poco: si può credere nell'altra persona e si deve fare in modo che questa credi in noi. Il "per sempre" sei tu che lo stabilisci...

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    1. tu mi racconti dell'amore, vero? è a questo che ti stai riferendo.
      sai che penso dell'amore? finché dura è per sempre.
      e hai ragione. come hai ragione, si può fare molto..

      la costruzione di un amore come lo so che può far male, mescola il sangue col sudore, se te ne rimane.. [cit.]

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    2. Sì, in questo caso ho associato, come ho già detto, le tue parole al sentimento dell'amore, ma non per queste esse non possono rispecchiare anche altri tipi di rapporti...
      Finché è dura è per sempre e sono d'accordo, ma può anche durare per sempre sul serio. E questo dipende solo dalle parti in causa.

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    3. mhm. una cosa che dura per sempre e che dipende dalle parti in causa.
      e dal numero di gradi di giudizio.. ;)

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  8. La distanza giusta, però, la si trova solo muovendosi.

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    1. un passetto avanti. provo.
      un passetto indietro. provo.
      poi accade che cambia il vento e tutto è da rifare.
      non sì è mai tranquilli, con le distanze.

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  9. Leggo e penso a due calamite che tremano.
    Quindi è tutta questione di elettrostatica? forze attrattive (o repulsive), che variano col quadrato della distanza? La chiave allora sarebbe tenersi lontani quel tanto che basta per non tremare (o collidere).
    Che poi è quel che scrivi tu, eh. Senonché ci sono satelliti orbitanti intorno a corpi celesti da millenni, senonché per non restare fermi si può sempre girare in tondo.

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    1. [cit. nerd ON] la teoria della conservazione della quantità di moto e del momento angolare ci spiega l'esistenza delle orbite permanenti dei pianeti in assenza di attriti dello spazio[cit nerd OFF]
      ma l'attrazione tra corpi celesti per me è un mistero. attraverso il vuoto, ti rendi conto. ed esiste anche una forza di repulsione (nei campi elettrici).
      tipo che la luna ti attrae e nemmeno sa che esisti. e che tu attrai la terra con la stessa forza con cui lei attrae te.
      e comunque c'è sempre un punto di minima distanza e poi uno di massima.

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    2. uh, tipo quella roba di afelio e perielio.
      Basta, non posso competere con te nell'utilizzo di metafore astronomiche. Secchione *_*

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    3. hai mai considerato che in questo preciso momento. anche con questa massa e con questa distanza, esiste una forza gravitazionale calcolabile che in assenza di altre forze e di attriti o altri impedimenti ci porterebbe a collidere?
      dovresti girare con il casco, sai. io ho la testa dura.
      sai mai.

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  10. In questa rete di ragno di distanze diverse, che sono in potenza qualsiasi distanza possibile, io penso che manchi un dato fondamentale.
    Perché tu (io, noi) puoi scrivere e cancellare e scrivere e correggere e cancellare e limare finché le parole, qui o in un "a parte", siano esattamente quello che vuoi, ma perché sia esattamente quello CHE E' servono gli occhi, e i muscoli della faccia, serve qualcosa la cui assenza qui consente alle distanze di oscillare senza precisione, forse senza alcuna verità.
    Vicino, lontano. Prossimità. Tangenti, parallele, perpendicolari, in quanto modi possono essere le linee qui? Alla fine, penso, qui abbiamo un controllo delle direzioni e delle distanze che la vita non ci consente. E riusciamo a sbagliare comunque, sia chiaro.
    Sai che volevo dire tutta un'altra cosa quando mi sono seduta qui per scrivere?
    Magari torno dopo il prossimo caffè.

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    1. tutto vero. ma io non mi riferivo soltanto alle distanze che ci sono qui.
      mi riferivo anche e soprattutto alle distanze tra le persone che siincrociano ogni giorno oppure una volta nella vita, oppure mai.
      l'incontro come validazione delle distanze non l'ho mai considerato.
      credo che quando entrano in ballo gl occhi possa davvero cambiare tutto.
      e certe distanze finiscono, sostituite da altre.
      caffé lungo?

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  11. E' che non sono più riuscita a ricordare cosa volevo scrivere prima di scrivere.
    Roba che poteva cambiare il destino del pianeta, COME MINIMO, eh.

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    1. non lo sai? qui possono essere dette davvero cose capaci di cambiare il destino del pianeta.
      molto più difficile, invece, è cambiare il destino di ciascuno, uno per uno, uno per volta.

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