#79 terra e cielo

dove sono nato io questa cosa non esiste.
tutto quel cielo e tutta quella terra, senza verde, senza acqua, senza case, senza gente.
e una strada che porta nel bel mezzo del niente.
dove sono nato io questa cosa non esiste.
guardare in alto e leggere le striature delle nubi, che hanno così tanto spazio che non cerchi di vedere le figure, ma interi film.
c'è una linea definita, una superficie esatta che delimita il sopra e delinea il sotto, e il sopra e il sotto non si compenetrano.
e questa luce sfacciata che ti sbatte in faccia l'asfalto e ti sbatte negli occhi cielo cielo e poi ancora cielo.
non so come sarebbe vivere in un posto come questo, quello che so è che sarebbe davvero difficile vivere guardando a terra ma so anche che sarebbe l'unico modo per non impazzire.
perché io non riesco a concepire un posto in cui non esiste l'ombra.
da piccolo mi è capitato a volte di stare sopra un ghiacciaio. un mondo rarefatto e pazzesco, il ghiaccio verde dei crepacci, la luce assoluta del riverbero e un sole mai più vicino di così.
e di quei posti non ricordo i cieli, di quei posti ricordo le tracce e gli scalini scavati a due mani nel ghiaccio dal capocordata. ricordo il crepitìo dell'aria quando viene il temporale e ogni fulmine si prepara la strada verso terra, con le piccozze ben chiuse nello zaino e noi stesso accucciati.
certi posti ti cambiano. e viaggiando in aereo sopra le alpi in un giorno di sole rivivi tutte le tue piccole/grandi salite. e ti senti ancora lì. la coscienza dilatata, l'anima disposta all'accoglienza di ogni nuovo scorcio, ogni nuovo strapiombo, ogni nuova volontà.





27 commenti:

  1. Io vorrei provarci, questa montagna, questa natura così senza gli uomini. Vorrei, ché così mi mette un'ansia tremenda e vorrei veder se, conoscendola, poi la prendo meglio.

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    1. certi posti ti asciugano. assorbono le tue emozioni e le inglobano. poi quando ne riguardi le foto le ritrovi tutte lì. sospese tra le striature delle nuvole.
      e soccombi, ogni volta.

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    1. è da tanto che non prego. pochi giorni fa parlavo con una persona speciale di come si costruisce una preghiera: serve un peccato, un dio e una promessa.
      ma, ribadisco, io sono agnostico, nel senso che non ho nessuna prova che un qualche dio creda nella (alla?) mia esistenza.

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    2. no io non intendevo quel tipo di preghiere e la mia maestra di catechismo di quando ero piccola, che vedo ancora, perché è una Maestra di vita (non metto più piede in chiesa dall'età di 15 anni salvo per matrimoni e funerali) non me le ha mai spiegate così le preghiere, io a lei credo è un buon esempio di quello che ti racconta essere buono e giusto, lei mi ha detto che la preghiera è una comunicazione con ciò che senti avere un senso più grande di te. In questo senso dicevo che è quasi una preghiera

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    3. belle le Maestre. esistono, lo so che esistono. e la preghiera in quel senso è una preghiera che sta molto più in alto di me, temo. però accetto la tua definizione. ci penso un po' su.

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    4. "la coscienza dilatata, l'anima disposta all'accoglienza di ogni nuovo scorcio, ogni nuovo strapiombo, ogni nuova volontà"
      un'anima disposta all'accoglienza di tanto incanto cos'è se non una predisposizione a qualcosa di più grande? :)
      La montagna è così anche per me, anche se io cammino solo, tanto, ma cammino solo, non arrampico

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    5. sarà che io davanti all'incanto mi sento ancora e sempre più piccolo..

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    6. io già sono piccola di mio... figurati :)

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    7. ok. tieniti forte piccola amanda nella terra dei giganti di ghiaccio.

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  3. E poi, dopo un tot, torni e regali angoli di cielo e poesia.
    :)
    Io mi sono sorpresa a testa in su a fissare le nuvole alle 7.40 del mattino in centro a Milano, incurante delle persone che mi passavano accanto. Sarò normale?
    buona giornata :)

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    1. sono sempre qui, sai. solo non scrivo tutto.
      alle 7.40 il cielo del centro è ancora pallido. è ancora bianco. poi passano i tecnici e accendono il colore, nelle giornate buone.
      giornate che chi non ci vive, in questa città, non immagina.
      possiamo impegnarci e credere che il cielo di Milano si accende solo quando qualcuno alza lo sguardo e lo scruta: e allora l'azzurro di oggi sarà merito tuo. ;)

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    2. oggi sono uscito e ho guardato in alto. e ho visto questo azzurro e mi sei venuta in mente. hai guardato il cielo stamattina? ;) grazie!

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    1. alla fine di questo mondo questo mondo si reincarnerà in un altro mondo. ma temo che non sarà un altro mondo migliore. tutto questo inquinamento di pensieri ha creato un buco nel karma..

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  5. Anche dove sono nata io tutto questo non esiste. Circondata da montagna e con il cielo che, a volte, è una sottile linea. Non sai cosa darei per poter spaziare con gli occhi e non vedere dove finisce il mondo.

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    1. tu spazi con i pensieri, Mareva.
      quelli come te sono quelli cui la gente di questo posto si rivolge iniziando la frase con "quelli come te.."

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    2. Quelli come me. C'è sempre un "quelli come te" e non ci accorgiamo che quel "te" è spesso un "me". <3

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  6. posti così, nei quali l'orizzonte è talmente ampio da perdercisi dentro, lasciano un senso di libertà e di possibilità infinite che, da solo, vale il viaggio.
    io se chiudo gli occhi, ancora lo sento.

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    1. quando chiudi gli occhi davanti al mondo in realtà li apri davanti a te. e se vedi spazi e orizzonti lontani, è perché li hai tu, dentro di te.

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  7. certi posti vanno solo attraversati...
    il che è un modo per viverli.
    forse l'unico ;-)

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    1. certi posti vanno attraversati subito.
      poi ci sono posti che vanno attraversati in due, oppure mai.
      ma sono d'accordo. prima o poi bisogna. soli o non soli.

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  8. E la testa, sai? La testa. Non possiamo farci nulla, fosse anche un altro cielo, più piccolo, nascosto, nascerebbero comunque film da ogni nuvola.

    (bello)

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    1. non tutte le teste.
      non tutte le nuvole.
      ma forse per ogni nuvola c'è un film e per ogni film c'è una nuvola.

      (grazie)

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    2. Non tutte le teste, vero ma mi sa che la tua (come la mia), sì.

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  9. Sei un uomo con la voglia di andare, di partire. Ma anche quella di tornare, forse. Prima o poi.

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