#033 safeword

di tutte tutte ce n'è una speciale
una che resta fuori dal giro della danza
una che non frequenteresti
una che speri di non incontrare mai
eppure è invitata ad ogni festa
si nasconde nell'ombra
si esprime in modo chiaro
poche sillabe, a mezzo fiato
e quando lei arriva la musica si ferma e si accendono le luci
e quando si presenta ci sono occhi che si riaprono
e quando lei arriva ci sono apnee che si fermano
e quando si presenta ci sono magie che si spengono

di tutte ce n'è una speciale
si. speciale.
speciale e, per ciascuno, diversa.
safeword.


39 commenti:

  1. "barboncino"

    (poi torno con un commento serio, come meriti, giuro)

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  2. Non so perchè, ma questo tuo scritto, mi ricorda tanto tanto una canzone degli 883 ( si lo so, non è un complimento)

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  3. red, come sempre tu colpisci... ma dimmi una cosa: se è quella che speri di non incontrare mai, come mai ti si fermano pure le pulsazioni quando la vedi entrare?

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  4. a me il battito si ferma circa 60 volte al minuto, Giorgia.
    comunque è il contrario.
    quando arriva la safeword le pulsazioni riprendono. con il respiro. e di colpo tutto rientra nei binari della quotidianità.

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    1. Parola di salvezza ... Io ne conosco solo una sai red. È' la parola di Dio

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    2. così mi spiazzi, Giorgia. rischio di risultare blasfemo o ferirti e non vorrei.
      il fatto è che io non sono affatto certo che Dio creda nella mia esistenza.

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    3. La sincerità di un uomo come te non mi ferisce, mi guarisce. Dio ha grande fiducia in te, ti hai donato talenti affatto consueti.

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  5. Si esprime in modo chiaro. Fin troppo vero? E lo fa perché non sia possibile tornare a chiudere gli occhi e far finta che.

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    1. è la ragione stessa della sua esistenza.
      separare inequivocabilmente un prima da un dopo.
      il taglio netto, il colpo perfetto di un bisturi perfetto.
      safeword è questo.
      barboncino di toledo.

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  6. o safesentence. anche se il concetto non cambia molto. io l'ho già incontrata, la magia è già svanita. non per questo ho smesso. ma non credo sia reversibile.

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  7. ti riferisci al tuo essere qui? nel posto senza odori?
    allo sfibrarsi delle intensità di comunicazione?
    al ritrarsi della voglia di scavare?
    ogni volta che passi di qui sei remissiva, M. e mi dispiace, mi dispiace molto perché io so che tu hai parole importanti, che io come molti sono arrivato tardi per sentire.
    safeword o safesentence. sono giorni di sentenze emesse e non impugnabili, pare.
    ti accompagna un'ombra proiettata al passato, o forse è un presente troppo importante il tuo, per lasciare spazio all'altrove.
    lo rispetto,ti rispetto,
    ma come tu, voi, un giorno faceste il vostro viaggio, io, noi, dobbiamo percorrere la nostra strada.
    comunque.
    e questa è una di quelle volte in cui mi auguro di non aver capito.

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    1. mmm, non lo so, se ci siamo capiti.
      ritento.
      è vero che io (noi) un pezzo di strada l'ho già percorso. è vero anche che mi sono imbattuta in una frase (per questo ho osato safesentence, per la mia storia) che mi ha scossa. mi ha costretta a riflettere su cosa davvero volevo condividere, e con chi. perché perdere la misura è un attimo, e ti trovi invischiato.
      per questo ora sono più misurata (rassegnata? forse, non è detto), e per questo ti dico che per la mia esperienza è irreversibile. ma non necessariamente peggio, anzi. solo un equilibrio diverso.

      un po' come quando da bambino vuoi giocare solo con paolo, paolo, paolo, sempre lui. e poi siete troppo amici, e ti ritrai, e inizi a legare con pietro. diversifichi, ti moderi. cresci.

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    2. prima di tutto, prima delle parole, prima del ragionare, beh grazie. per esserti fermata un attimo a spiegare.
      non ho usato il termine "rassegnata", ho usato il termine "remissiva". quello che sento, che ho sentito in te non è tanto rassegnazione quanto un'attitudine alla riservatezza, che forse hai in parte forzato lasciandomi queste parole. per questo ti sono grato e le tratto con cura.
      e proprio per questo motivo da qui in poi porto il discorso su un piano astratto in quanto non credo che apprezzeresti un mio tentativo di interpretazione del tuo sentire qui, soprattutto qui.
      safeword, safesentence. una cosa detta capace di riaccendere la luce e porre fine alla magia o (a volte) all'incantesimo e che costringe a riflettere su cosa si sta condividendo e con chi.
      una pietra scagliata da dentro che infrange i vetri oscurati e fa entrare il mondo e non fa sconti.
      e la scelta di non riparare nulla. di continuare a vedere il mondo dal punto di vista del mondo stesso, e non del nostro piccolo altrove privo di odori.
      qualcosa di non reversibile, che porta a nuovi equilibri.
      equilibri fatti di pietro, di paolo, di maria e di francesca.
      a ciascuno un pezzetto e mai tutto ad uno solo.
      e si, lo capisco, non è rassegnazione, bensì cautela.
      quella capace di non far accadere molto e al tempo stesso di rendere sostenibile la nostra permanenza qui.
      so che ci sono poche possibilità di successo, ma andrò a cercare la tua safesentence. sempre che sia qui, da qualche parte.

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    3. è in un post spostato in bozze. dammi qualche minuto che lo trovo, e te lo riattivo. ma è qualcosa di estremamente banale, non aspettarti grandi cose :)

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    4. Sono passato a cercare. ho trovato una cosa che mi ha stupito, e molto. effetto cercato e trovato, immagino.
      tuttavia non credo proprio che quello che ho trovato possa essere la safesentence che ha cambiato il tuo essere qui. non sono certo i calci testardi di un visionario che spostano gli assetti, qui.
      qualche indizio? una data?
      e dire che pensavo di essere sveglio. mi trovo a testa sotto a capire ancora meno.

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    5. non credo che sia colpa del tuo non essere sveglio, anzi. forse ti ho fuorviato un pochino. 7 giugno. ma non è la safeword, hai ragione a non trovarla. è ciò che ho scritto quando ho riflettuto su di essa, e fa da spartiacque tra un prima e un dopo (qui). la causa prima è l'aver parlato con qualcuno di "questo mondo" su altri canali. estremamente poco originale, lo ammetto.

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    6. una presa di coscienza, si direbbe. un'istanza di simmetria
      tra il quotidiano e il posto senza odori avanzata da una donna che si interroga sui propri equilibri sentimentali.
      in altre parole, una luce che si accende.
      mi chiedo se poi gli occhi abbiano potuto abituarsi a questa doppia intensità o se, sforzandoli nell'una e l'altra luce non abbiano forse perso qualche particolare. ma ci sta, in nome dell'insieme, ci sta tutto.
      ma non è pigrizia, dunque, è piuttosto gestione degli spazi, delle distanze.
      scelte.

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  8. appena ho cominciato a leggere mi è venuta in mente la fata cattiva della bella addormentata nel bosco.
    quella che nessuno vuole.
    quella che, però, non c'è favola se non si affronta.

    ho la sensazione di essere andata fuori tema...

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  9. parlo dell'estensione del concetto di una cosa molto specifica, cirin.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Safeword
    ma in qualche modo non sei mai fuori tema, se tu hai visto questo, allora è il tema che deve dilatarsi e comprendere la tua visione.
    permeabilità. infiltrazioni. contagio.

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  10. si alla fine l'ho riconosciuta...ma mi è venuto in mente il dentista:stringimi forte la gamba se ti faccio male" e mi è sembrato un pensiero, come dire, un po' così.
    tra fate cattive e dentisti non c'è storia;-)
    vogliatemi bene per quella scombinata che sono :-DDD

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    1. tu non capisci proprio.
      per esempio non capisci che senza il tuo seme di disordine le cose qui non farebbero altro che arrotolarsi e riavvolgersi cercando le infinite sfumature di uno stesso colore.
      buttaci il giallo e tutto riparte. buttaci le fate cattive, buttaci i dentisti. buttaci tutto.
      tu sei per questo posto quello che Benjamin Malaussène è stato per i miei vent'anni.

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    2. Wow,grazie!
      Ma mi dai campo libero? Senza safeword?

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    3. sceglila tu, Cirin, e abbine cura.
      sarebbe una specie di missione compiuta se da questo giro di giostra ciascuno se ne uscisse avendo deciso la propria.
      se penso alle situazioni in cui sono stato sbattuto fuori e quelle cui ho messo fine io posso, per ciascuna, identificare la parola che è stata usata come safeword.
      la parola o la frase che ha acceso le luci.
      certo sarebbe bello un mondo in cui "scendi" o "rivestiti" fossero sostituite da "barboncino" e "himalaya".

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    4. segnata.
      il mondo è avvisato.

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  11. il gioco sarebbe proprio non farla pronunciare, la safeword. saper scorrere lungo il confine. se mai andare oltre.
    se no, finisce la festa finisce l'incanto, si accendon le luci riprendiamo i cappotti e mamma mia che freddo, qua fuori....

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    1. come a sette e mezzo dici? sfidare il limite senza saltare? ma qui non è un problema di strategia, né di abilità.
      in questi giorni sto attraversando campi di macerie. limiti saltati e stanze vuote in cui ancora si sente il riverbero di quella parola appena pronunciata.
      e non si torna indietro. nuovi equilibri.
      consapevolezza.

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    2. io ero su un versante più, come dire... letterale, della cosa. e del contesto in cui si utilizza la safeword.
      tu invece eri su una safeword esistenziale. è anche esistenzialista? :-)

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    3. l'idea di partenza viene dai vostri blog. quell'aria di "niente più sarà come prima" e di "la festa è finita". mi sono chiesto se c'è un attimo preciso in cui avvengono le cose.
      e credo che si, che esista, e spesso viene accompagnato da una frase, da una parola.
      che di colpo chiuse il sipario e lo riapre sull'a scenografia dell'atto successivo.
      altre luci, altre persone, altri equilibri.
      oppure il monologo.

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  12. Qualunque essa sia rappresenta sempre una fine, un limite. Dovessi scegliere la mia sarebbe goccia, quella che fa traboccare.

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    1. io la mia la so. l'ho scoperta stasera.
      è il mio Nome.

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    2. (Ma proprio non riuscirono a frenare i miei focosi istinti, e un'altra volta gonfio di rabbia esclamai: "Ciclope, oh Ciclope, se un giorno un uomo ti chiederà come è andata la disgrazia della tua cecità, diglielo che Odisseo, l'eversore di città, il figlio di Laerte, che ha casa in Itaca, Odisseo, sì, ti ha accecato".)

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    3. (winter, quando mi parti con queste cose.
      io passo..
      non volermene, ti prego. )

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    4. Odisseo è astuto, e cambia il suo nome con "Nessuno", perché il Ciclope non sappia chi è (il potere del conoscere i nomi). Poi però cede, alla rabbia, all'istinto, cede e grida al gigante che ha accecato a chi deve la sua cecità, a Odisseo, eversore di città, che ha casa a Itaca. Odisseo grida il suo nome e sfida gli dei.

      Nomi. Il potere dei.

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    5. cara p. ho vagato per i mari cercando la via del ritorno. ho affrontato mostri, eserciti, maghe, sirene. sono finito tra scilla e cariddi, sono scivolato tra i commenti di kovalski, ho sconfitto il cinico b. mi sono perso tra pennellate garbate e vicoli scoscesi e intricati. ho superato gli enigmi colorati dei nomi del senso della vita , ho visto fiorire la neve e ho visto donne guerriere con tanto di spada. ho vissuto per dieci anni all'aria aperta perdendomi su di un divano, inciampando e rinciampando nei miei stessi errori e prendendo a calci i talenti indolenti.
      ma ora sono un po' stanchino, ho deciso che prendo un taxi, sarò lì diciamo alle 20.00.
      ah volevo dirti che il falegname dice che non riesce a farlo in massello il tavolo, quindi gli ho detto di farlo pure un po' più corto, non è che avevi già cucito la tovaglia? in tal caso dovresti accorciarla un po', stanotte, ma non farti veder sennò sai la figura..domani verifico le misure e in caso dovrai ricucirne una parte. è un problema?
      hai dato da mangiare ad argo? prima di partire gli promisi crocchette extra, chissà se se ne ricorda.
      tuo u.

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  13. safeword?
    uhm, ne trovo tante qui di safewords,
    e ciascuno ha la sua... me ne vado cercando la mia.

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  14. Io che cammino a piedi scalzi sul filo del rasoio non rinuncerei mai alla mia salvezza, la tengo stretta perché senza di essa la paura sarebbe troppa per lasciar spazio all'emozione più cruenta. Eppure in questo tempo da circense le mie labbra non l'hanno mai pronunciata. Forse è solo fortuna, forse sono incosciente e spericolata. Chissà ...

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    1. chissà.
      ma non credo sia fortuna, o incoscienza. i motivi delle cose sono più profondi di quando non ci faccia comodo ammettere. sta a noi il volerli cercare oppure no.
      quel che è certo è che se ti avessi incontrata prima, questo post sarebbe stato diverso.
      avrebbe mostrato attenzione e pudore diversi.
      ma forse senza questo post noi non staremmo parlando.
      rimbalzi.

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