#020 sai che c'è?


sai che c'è?
c'è che oggi sono venuto a cercarti.
l'appuntamento era al piano rialzato, Mondadori, corso Vittorio Emanuele.
avevo un'ora, solo un'ora, ma non sono salito subito, non ero certo di volerci essere.
arrivato allo store mi sono infilato come sempre di sotto, reparto musica.
di questo posto avevo memoria di strumenti esposti, mi serviva un plettro, ma di strumenti nemmeno l'ombra. mhm, un tempo qui c'erano le messaggerie. ero bambino e ci venivo a sbavare, prima di capire che gli strumenti quelli veri li trovi usati in posti più sudici e fuorimano.
poi da ragazzino passavo le ore tra i 33 giri di vinile. copertine grandi con tante promesse dentro. il fruscio dei solchi. mondi da esplorare.
oggi niente di tutto questo, cd e dvd e blu-ray. ma va bene così. mi fermo allo scaffale "serie tv". voglio tenermi addosso quel chiletto di inglese che ho messo su. ma devo nutrirlo con roba interessante, verifico che ci siano traccia audio  e sottotitoli in lingua e scelgo la prima stagione di Californication. perché sembra carino, perché promette qualche scena audace  e perché mi ricorda un disco dei redhot. insomma quanto basta.
la cassiera al piano mi guarda pochissimo. fa tutto in fretta. Io e un gentilissimo gigante nero scopriremo poco dopo, ai varchi antitaccheggio della Rinascente, che non mi ha smagnetizzato il cofanetto, vabbé.
ma è chiaro che sto tergiversando.
ho un appuntamento io, preparo gli argomenti.
scale mobili. il posto è nella zona romanzi, davanti alla P.
ti trovo, sei lì che mi aspetti ma non fai nulla per farti trovare e non ti volti quando ti tocco.
ma certo, non ti volti perché sei un libro.
ti tengo tra le mani e ho venti minuti da passare con te, per conoscerci e decidere se verrai a casa con me.
perché anche se sei un libro verrai a casa con me per fare l'amore stasera stessa oppure non ci verrai affatto.
mentre ti sfoglio ripenso a chi mi aspetta a casa, Fred sul comodino, Jeffrey sulla cappelliera dell'auto. mi aspettano da mesi, ma ho l'attenuante di non averli portati a casa io, regali.
che mi succede? è passata l'estate, quella degli amori estivi, quella che di solito mi vede partire per viaggi lunghi 500 pagine, dopo un anno speso a masticare testi tecnici e appunti.
che mi succede? me lo chiedo mentre mi rendo conto che ho già deciso, caro Chuck, che stasera non sarò tuo.
quello che succede è che ho trovato parole diverse, caro Chuck, parole vive.
e che per un po' frequenterò loro più di te, più di voi.
ci sono scaffali diversi, al mondo, carichi di parole vive, romanzi che si stanno scrivendo, vite che si raccontano. vite capaci non solo di scriversi, ma anche di leggerti.
gli scaffali che frequento sono quelli con la A, la B, la E, la G, la K, la Q, la L, la M, la v.. ma è un continuo rimando e so che presto doppierò l'alfabeto.
Alcuni di questi non sanno che li sto leggendo, ad altri invece infilo post-it più o meno ispirati tra le pagine. alcuni li leggo dalla fine, altri dall'inizio, senza regole. a volte mi vengono a trovare, regalandomi una graditissima comparsata nella mia storia.
e sono stati proprio loro a parlarmi di te, caro chuk, così come sono loro a mandarti in bianco stanotte.
ma, sono certo, ci rifaremo, tu ed io.
va tutto bene ma sai che c'è? non è il tuo momento, non è ancora l'ora buona per il nostro appuntamento.
a presto, chuck bello.





5 commenti:

  1. forse non era il momento ma se era amore puoi star certo arriverà... anche solo per una scopata, qualche gemito soffocato e una sigaretta alla fine.

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  2. Chuck non sa scopare. Chuck non sa amare. E anche in Gang Bang mi sembrava parecchio impacciatello.
    Naaaah.

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  3. l'ho capito. al tatto. allora forse non ero io a non essere pronto. ma lui.
    certo fosse femmina aiuterebbe.

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  4. Le messaggerie. Cazzo. Pomeriggi interi della mia quasiadolescenza.
    E adesso una stordita che passeggia tra i libri. Li tocca. Li osserva. Li accarezza. Alla ricerca di un segno che la spinga a tirarne su uno e farlo suo. Un bel sorriso al buttafuori. Mi sono distratta. E dò una spallata a un tizio che entrava.
    Scusa. Figurati. Sono di fretta. Ho un appuntamento su, al piano rialzato.

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    1. forse tra me e Chuck sarebbe potuta andare diversamente se non ci fossi arrivato innervosito a causa di una spallata propinatami all'ingresso da un guerriero travestito da tipina tosta tosta.
      "ma dove cazzo vai? cos'è, hai un appuntamento col destino? qui? "
      cosa avesse da ridere il buttafuori, poi. bah.

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