#011 Divano


in effetti è così che vanno le cose.
giri, scrivi, lasci tracce, spisciazzi negli angoli come gatto maschio ancora intero. 
insomma fai casino.
e allora c'è qualcuno che viene a vedere chi sei, dove vivi, dove comincia la tua tana.
devo dire che le prime visite sono assolutamente gradite.
ma mi rendo conto di essere assolutamente impreparato. 
questo posto ha oggi l'aspetto di una cella.
una branda, un lavabo, una tazza, una porta e una finestra.
libri? no, no. solo parole scritte di getto sul muro.

ma se passa gente devi attrezzarti.
se poi la gente che passa è gente che in qualche modo ti va a genio, beh, non è più "gente",  diventa "persone". 
e allora per le persone devi anche impegnarti.
la prima ipotesi è "faccio tutto ikea", ma ikea senza montare è come un'eclissi di sole. luce senza calore.
la seconda ipotesi è "recupero tutto da uno svuotacantine, ma la sola idea di anni di polvere mi rende nervoso.
la terza ipotesi è "minimal": cassette della frutta, cavalletti e ripiani, con effetto cantiere. ma vaffanculo.

ok, riflettiamo.
e cominciamo col cambiare il pavimento.
via il linoleum, via la moquette industriale e la terracotta. via tutto.
voglio legno. potrei elencare ad uno ad uno i dieci motivi per cui voglio legno, snocciolando le promesse che ogni padrone di casa si scambia con il parquettista sulla soglia: "sarà per sempre."( che più o meno suona esattamente come la promessa scambiata col funzionario della banca che ti apre il mutuo per pagarlo, il legno a terra come tutto il resto).
potrei ma non serve: non mi interessa affatto che questo posto risulti confortevole per le persone che non capiscaono il senso di avere il legno a terra.


ok. legno fatto. la luce ora è decisamente diversa.
e adesso? cosa manca? fosse per me ci vorrebbe un frigorifero americano col dispenser del ghiaccio, fosse per me.
e poi? carta e penna, che non si perda neppure una parola, qui.
ah, si.. un divano.








7 commenti:

  1. e un cuba col bicchiere che stilla rugiada
    ecco
    ora puoi dire di esserci

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. sai, kova, non ho ancora finito di arredarlo, questo posto, e già so che ci starò pochissimo.
    sarò sempre a in giro, a zonzo nelle vostre
    villeconvistasull'oceano/loftmetropolitani/bilocalimansardati/bettole,
    posti interessanti e con un sacco di storie e parole.
    la chiave è sotto lo zerbino, il rhum nel frigo.
    ma se ci porti la tipa avvisami, che evito di piombarvi addosso.

    (rieditato per formattazione)

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  4. Risposte
    1. non ho mai pensato che potesse essere Rosso.
      in fondo credo sia troppo presto per il Rosso, qui.
      tu non credi?

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    2. quando è troppo presto per il rosso è troppo presto per vivere

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    3. anche tu, dopo Ade.
      ripreso come un ragazzino e redarguito sul vivere.
      hai ragione: sono un infante, qui.
      ma l'ho capito presto che la vita non può essere solo qui. al buio.
      che il rosso va portato addosso e non lasciato a casa.
      e che il giorno in cui la vita davvero dovesse inondare di luce questo posto allora sarà lei a portarsi i suoi colori.
      e non saranno infiltrazioni,
      sarà alta marea.

      PS.
      il sipario però l'ho messo rosso.
      che stia imparando?

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