#009 spin off

ho girato e ho trovato.
dire blog è riduttivo, dai.
sono pozze d'acqua ferma in cui alcune persone (solo donne, non riesco ad appassionarmi ai blog di maschi, forse ho bisogno di sentire la tensione che si crea tra appartenenti ai due sessi) si specchiano ed altre, come me, ne guardano il riflesso.
alcune ci mettono di tutto. ingredienti aggiunti all'acqua, ma quelli che seguo davvero sono quelli in cui chi scrive riesce in qualche modo a specchiarsi senza fare troppe onde.
cambia il cielo dietro, passano le nuvole, passano i giorni, i libri, i film, gli amori raccontati e quelli soltanto sfiorati, gli incontri di sesso e gli scontri di vita, tutto senza eccessive distorsioni ottiche,
episodi rimandati ai miei sensi dalla superficie tremolante dell'acqua: rimbalzi.
ho imparato a diffidare dei coloranti, delle essenze profumate diluite nello stagno, servono a nascondere cadaveri sospesi e zone oscure, e francamente, quanto a sottoscala in penombra, mi faccio bastare i miei.
Acqua pura, ci vuole. proprio quella, con il suo non profumo capace di restituirti gli odori di una Lei scrivente (e in questo momento penso a tre-quattro vite narrate nel giorno per giorno).
è in posti come questi che ritrovo parole mie. le trovo e me le carico dentro.
a volte sono troppe, e per ringraziare ne lascio un po'. a volte esagero, con l'effetto di risultare inizialmente fulminato, poi solo pazzo, infine in qualche modo stimolante. effetti transitori. non si cambia una persona leggendone il blog. e non cambierò me stesso commentando i post altrui.
quello che faccio io è semplicissimo: tiro un sasso, cerco l'onda. per vedere che accade, in che modo le immagini vengano distorte per un attimo. so perfettamente che l'effetto è breve, e non importa. e so anche che in qualche caso non è affatto desiderato.
ho deciso che limiterò i miei commenti, il blog di una persona vive di lei, nessuno dovrebbe entravi e creare scompiglio, ammesso che io abbia mai potuto farlo davvero con i miei commenti.
è così che nasce uno spazio mio, aperto.
e così, dopo mesi di post dal sottoscala, ecco arrivare un po' di luce e un po' di umanità più varia.
anche questo luogo vive di riflessi, ma non si tratta di cieli limpidi e specchi d'acqua, no.
qui porto gli echi delle mie tempeste. uno spazio calmo in cui stare e rifiatare.

10 commenti:

  1. Cito dal testo:
    e in questo momento penso a tre-quattro vite narrate nel giorno per giorno.

    Ma come tre o quattro?!

    RispondiElimina
  2. questa poi. gelosa? ;)
    mi leggi? un commento tuo. è il primo da sempre. da quanto mi leggi?
    tutto è partito da un'altra parte, storia lunga e con dei passaggi un po' forti. da qualche tempo ho cominciato a leggere altri blog, come il tuo. e ho capito che potevo fare quello che non avevo ancora fatto condividere.
    ma non quella storia lì.
    condividere me stesso, adesso.
    benvenuta, QZ.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ma no non sono gelosa è che sono egocentrica ed egoriferita e credevo di essere l'unica!
      Ti leggo da quando ti ho trovato, fino a martedì non c'eri...

      Elimina
  3. mi devo scusare con te, in effetti non è che tecnicamente si possa dire che ti abbia usata, ma hai un ruolo nell'esistenza di queste pagine.
    prima di trovarti non avevo pensato di condividere, qui: scrivere di me era solo un modo per mettere via parole che continuavano a sgorgare da qualche parte in questa penombra.
    le prime parole narravano di un mio viaggio personalissimo ed erano in qualche modo orientate verso una persona particolare.
    vedere le tue storie mi ha portato a realizzare che tutto quello che stavo scrivendo era in realtà uno scavare dentro me stesso, e allora tanto valeva uscire dal buio e cominciare a raccontarsi e a farsi raccontare dagli altri le loro vite. cominciare a scambiarsi i pezzi.
    le cose che ho scritto (e continuerò a scrivere) sulle tue pagine sono un modo per guardare e condividere insieme a te la percezione del tuo mondo visto da quaggiù.
    e se mai ho scritto qualcosa di interessante sappi che non è altro che una rivisitazione fatta da me di quello che tu sei. non scriverei una riga su di un blog che non ritenessi interessante. e la riga che comunque potrei scrivere su un blog di quel tipo sarebbe non altro che il riflesso di un piattume preesistente. te l'ho detto: gli scorci prospettici che offri di te sono perfette rampe di lancio per le mie astronavi. anche se a volte esagero e divento lezioso, lo so. soprattutto quando scrivo di notte.
    la mia poca esperienza in fatto di commenti ( te lo ripeto, sei la prima persona che aggiunge un commento ai miei scritti) non è sufficiente a discriminare. forse sto già scrivendo parole che non ha senso che stiano qui, in quanto dirette a te. ma ti dovevo un piccolo chiarimento, eventualmente quando avrai letto lo cancello.
    So bene che i toni qui sono un po' grevi, rispetto alla leggerezza che apprezzo tanto del tuo bar.
    dico leggerezza ma non intendo affatto dire superficialità, che sia chiaro. spero comunque che tu trovi interessante quanto scrivo qui. del resto esiste in ogni caso la possibilità di non tornare .

    fino a martedì non sapevo se e cosa rendere pubblico..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io non trovo necessario che tu ti scusi o che cancelli qualcosa, sei tu, sei cosi, perchè nasconderlo?
      Ed è davvero complicato il momento in cui pensi di poter pubblicare parti di te, e non sai se sia il caso, anche io c'ho messo tanto tempo per trovare il coraggio di aprire una piccola finestrella dalla quale chiunque possa guardare chi sono, come vivo, cosa faccio.
      Cmq è vero che sono superficiale, a volte lo sono davvero tanto.

      Elimina
  4. non so se questo posto potrà mai virare come ha fatto il tuo.
    si parte dai bassifondi e ci si avvicina alla superficie e alla luce.
    per arrivare a parlare, si, anche di cibo e di campionato.
    naturalmente va bene così. perché è una conseguenza di quello che sei.
    ho una domanda per te, QZ: un posto come questo cambia perché cambia la tua voglia di raccontarti o perché sei tu stessa a cambiare mentre ti racconti?
    ma non voglio avvitarmi in queste domande, forse inutili per chi se le sente porre.
    molto meglio stare in contatto col mondo, interagire e imparare da lì. sul campo.
    ci vediamo da te. ;)

    RispondiElimina
  5. forse prima o poi si trova semplicemente la propria voce. e si scrive usandola. per quello che (si) è, e che si sceglie di esser qui.

    RispondiElimina
  6. è come il solfeggio. quello buono per imparare i tempi e gli intervalli.
    per arrivare a trovare le note con la mente prima ancora che con le dita.
    e così mi ritrovo qui a cercare le parole prima ancora di pronunciarle.
    le dispongo con calma e metodo, le metto in fila su questo sfondo nero, quasi compulsivamente.
    poi le osservo con quanto più distacco mi è possibile,
    per vedere se mi assomigliano veramente o se piuttosto non assomigliano di più alla mia voglia di sentirmi esposto di fronte ad un mondo che sento in ascolto.

    RispondiElimina
  7. tu sei bello, sei bellobello. e lo so che capisci cosa scrivo. che lo so che non fraintendi, però tu sei bello.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è tutta luce riflessa, sai. io faccio questo solo questo.
      quelli belli siete voi.
      io inquadro, fermo il respiro, scatto.

      Elimina